CHIUSURA L’INFORMAZIONE – IL DOMANI. IL PUNTO

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Sciopero a oltranza nelle redazioni de L’Informazione-Il Domani di Bologna, Modena e Reggio Emilia. La decisione è stata presa dal cdr delle tre redazioni dopo che, in un incontro avvenuto in Regione, il cda di Editoriale Bologna Srl ha annunciato che sospenderà le pubblicazioni a partire dal prossimo 1 febbraio, mettendo in cassa integrazione 36 giornalisti.
Il motivo è la sospensione del contributo pubblico di cui beneficia il quotidiano per l’anno 2010 da parte del dipartimento per l’editoria del ministero, a causa di un’indagine avviata dall’Agcom volta a verificare se alcuni soggetti, tra cui Editoriale Bologna, hanno beneficiato di un doppio contributo. Questo è anche il motivo per cui, allo stato, l’imprenditore Erminio Spallanzani risulta indagato insieme all’amministratore delegato di Rete 7 Giovanni Mazzoni per truffa aggravata ai danni dello Stato. Il gruppo avrebbe infatti acquistato la cooperativa Sep, editrice del quotidiano L’Informazione di Parma, per ottenere 220mila euro di contributi statali nel 2009. Finanziamenti che, secondo la procura di Cremona, non potevano essere erogati poiché il gruppo editoriale ne riceveva già per L’Informazione-Il Domani di Bologna: 1 milione e 500mila euro circa. Il tutto sarebbe perciò avvenuto in violazione della legge che prevede che lo stesso gruppo editoriale non possa ottenere due contributi nello stesso anno. Con la sospensione del contributo pubblico, l’azienda deve quindi fronteggiare un doppio problema: la mancanza di soldi pubblici e la necessità di dover restituire alle banche quanto dagli istituti anticipato in attesa del dovuto dallo Stato. Tutto questo ha prodotto perdite per 1 milione e 800 mila euro, cifra che l’imprenditore di riferimento non vuole garantire.
“La storia di questo giornale – si legge in un comunicato redatto dal consiglio di redazione – arriva dunque a una conclusione nonostante gli anni di sacrifici che i giornalisti hanno vissuto, chi negli ultimi tre anni, chi negli ultimi due, accettando di autoridursi gli stipendi tramite l’applicazione dei contratti di solidarietà. L’epilogo arriva dopo mesi e mesi di trattative fra le parti, trattative svoltesi in parallelo con quelle riguardanti lo stato di crisi di è-tv/Rete7 che, con le sue redazioni di Bologna (è-tv), Modena (Antenna1) e Reggio Emilia (Teletricolore), fa capo allo stesso editore, l’imprenditore reggiano Erminio Spallanzani che, come riconosciuto nero su bianco dall’Agcom, su queste due aziende ha influenza dominante”.
L’esperienza del “gruppo Spallanzani” alla guida della nuova testata inizia nel dicembre del 2008 quando Legacoop Bologna cede Coop L’Oggi, che detiene Editoriale Bologna srl, al gruppo Rete 7 Spa. “Editoriale Bologna srl – continua la nota – a quel tempo era proprietaria della testata giornalistica Il Domani di Bologna, poi denominato in seguito all’accordo L’Informazione-Il Domani. Il Domani è a sua volta titolare, attraverso Coop L’Oggi, di un contributo pubblico previsto dalla legge sull’editoria, di circa 1,6 milioni di euro. Il gruppo Spallanzani ha editato il quotidiano L’Informazione a Modena (da settembre 2007) e a Reggio (da gennaio 2005) attraverso la società Editoriale Tricolore con sede a Reggio Emilia. Questa società, però, con redazioni e giornalisti a Modena e a Reggio non disponeva di alcun contributo pubblico e per tale ragione il gruppo ha acquisito la Coop L’Oggi, sotto il cui controllo ha messo anche le redazioni di Modena e Reggio”.
In quel periodo Legacoop voleva abbandonare l’iniziativa editoriale e chiudere il quotidiano Il Domani, lasciando per strada circa una ventina di giornalisti. Per tale ragione il gruppo Rete 7 si è proposta per l’acquisto. Prima di farlo, però, Rete 7 ha preteso, previa minaccia di non concludere l’accordo, che i giornalisti della redazione di Bologna firmassero “una sorta di manleva – prosegue la nota – che esonerasse i nuovi acquirenti da eventuali pendenze che i dipendenti avevano nei confronti della precedente proprietà dopo che, per anni, molti dei giornalisti avevano lavorato come ‘abusivi’, senza cioè alcuna assicurazione o contributo o giusto riconoscimento economico, prima di venire assunti”.
Continua la nota del Cdr: “In tutti questi anni i lavoratori hanno subìto numerosi torti contrattuali da parte dell’azienda. Per esempio gli stipendi, solitamente pagati il 15 del mese successivo a quello di riferimento, venivano spesso versati in ritardo. Nello stesso periodo la società ha trattenuto dalle buste paga i contributi Inpgi (l’Inps dei giornalisti), Casagit (la cassa sanitaria integrativa), il contributo al fondo di previdenza complementare nel quale sono poi confluiti i nostri Tfr, e l’Irpef senza poi, per alcuni lavoratori e in certi periodi, versare contestualmente quei soldi agli enti di categoria. A conferma di ciò, la società è più volte stata messa in mora dagli enti creditori con i quali ha poi stipulato un accordo di reintegro rateale per restituire i soldi che aveva trattenuto ai giornalisti tenendo poi per sé. Una pratica che ci risulta tuttora in atto. Ma non è tutto. Con un’interpretazione errata del contratto giornalistico, nel 2010 l’azienda ha trattenuto ai lavoratori una parte consistente della 14esima o indennità redazionale. Questa mensilità, prevista dal contratto, viene versata con lo stipendio di giugno. Nel dicembre di quell’anno l’azienda ha sostenuto che, in quanto alle prese con i contratti di solidarietà, i giornalisti non avevano diritto ad avere la 14esima per intero (una perdita media per i lavoratori di 500 euro). Contratto alla mano, il sindacato ha più volte spiegato che il conteggio era sbagliato. A nulla è valso il parere super partes del direttore generale della Fnsi (Federazione nazionale della Stampa) che ha redatto il contratto insieme agli editori rappresentati dalla Fieg (Federazione italiana editori giornali)”.
La decisione di applicare i contratti di solidarietà è nata in questi anni per evitare i licenziamenti a fronte di un perdita esigua per il settore editoriale di meno di 280 mila (per la tv era stata dichiarata una perdita di 5 milioni di euro). “Solo due mesi fa – conclude il comunicato – l’azienda aveva firmato un nuovo accordo di solidarietà vincolando il suo proseguimento alla verifica che è stata fatta in Regione in data odierna”. La situazione è quindi drammatica, il tutto in attesa di un nuovo incontro in Regione già fissato per il prossimo 23 gennaio per discutere i dettagli del nuovo corso e delle decisioni che prenderà l’assemblea dei soci di Editoriale Bologna. (reggionline)

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