ChatGPT disattivata in Italia: “Ci vediamo presto”

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Disattivata ChatGPT, l’Open Ai non è più raggiungibile per il pubblico italiano. Subito dopo la pronuncia del Garante della Privacy, il sito dell’intelligenza artificiale è stato disabilitato per il pubblico. Cliccando sul sito, una schermata avverte del fatto che ChatGPT in Italia non funziona più. O meglio, non è più utilizzabile. E intanto divampa la polemica politica sul tema, con posizioni differenti tra i partiti e i leader.

La decisione dell’autorità garante per la privacy era arrivata nel fine settimana scorso. Sulla scorta dei dati raccolti, l’authority aveva evidenziato delle irregolarità e più di un rilievo: “La mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”. Inoltre, il Garante della privacy aveva sollevato anche un’altra e importante questione: “Come peraltro testimoniato dalle verifiche effettuate, le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto”.

Così, il sito “italiano” di ChatGPT, che ora è stata disattivata, è stato spento. Almeno per il momento. La società che l’ha lanciata ha riferito che “stiamo emettendo rimborsi a tutti gli utenti in Italia che hanno acquistato un abbonamento ChatGPT Plus a marzo. Stiamo anche sospendendo temporaneamente i rinnovi degli abbonamenti in Italia in modo che gli utenti non vengano addebitati mentre ChatGPT è sospeso”. E quindi, dopo essersi impegnati “a proteggere la privacy delle persone e crediamo di offrire ChatGPT in conformità con GDPR e altre leggi sulla privacy. Ci metteremo in contatto con il Garante con l’obiettivo di ripristinare il tuo accesso il prima possibile”.

Non un addio ma un arrivederci: “Molti di voi ci hanno detto che trovate ChatGPT utile per le attività quotidiane e non vediamo l’ora di renderlo nuovamente disponibile al più presto”.

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