Espresso, ora parla il Cdr. I boatos hanno avuto ragione: Danilo Iervolino ha ceduto il suo 51 per cento al socio Donato Ammaturo che, adesso, diventa l’editore di maggioranza de L’Espresso. La notizia però ha deluso i giornalisti del settimanale. Non tanto (e non solo) per la breve permanenza al timone del fondatore di Unipegaso e presidente della Salernitana, quanto per le modalità con le quali si è consumato il passaggio di testimone nel capitale sociale.
Il comitato di redazione, quando le cose si sono fatte ufficiali e alle indiscrezioni sono succedute le note ufficiali, ha commentato con parole inequivocabili l’addio dell’ormai ex editore. “Dopo un anno e mezzo di roboanti annunci dell’azionista di riferimento Danilo Iervolino, un annuncio davvero importante ci è arrivato a mezzo stampa. Infatti abbiamo appreso da il Giornale, prima che la notizia fosse confermata da un comunicato ufficiale, l’imminente vendita dell’Espresso al gruppo Ludoil della famiglia Ammaturo”, scrive il Cdr in un documento pubblicato anche sul sito stesso del prestigioso settimanale.
Il comitato di redazione non alza le barricate rispetto al nuovo editore, o meglio alla nuova compagine sociale, ma ribadisce che non ha intenzione di cedere un millimetro: “In attesa di scoprire con spirito costruttivo i piani di sviluppo e di rilancio dell’Espresso dei nuovi proprietari – si legge nel documento – ribadiamo che sarà compito del comitato di redazione che opera col mandato dell’intera assemblea di vigilare e agire sempre a tutela del prestigio e dell’indipendenza della testata”.
Adesso la palla passa ad Ammaturo. Toccherà a lui illustrare i piani per l’Espresso che verrà. Dalle indiscrezioni, a quanto pare, non ci saranno rivoluzioni copernicane. Almeno, non a breve termine. Alla direzione resterà Alessandro Mauro Rossi, insediatosi un anno fa, a dicembre 2022, dopo la decisione da parte di Iervolino di silurare il direttore Lirio Abbate.
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