Cdr de “IL Centro” ancora in agitazione:”in edicola soltanto per un patto con i lettori”

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“Stiamo andando in edicola solo per il patto che ci lega ai lettori e perché con i nuovi acquirenti è stato avviato un confronto che si spera il più sereno possibile. Stigmatizziamo l’ennesimo, scorretto comportamento del Gruppo Espresso”.

Lo scrive in un documento l’assemblea dei redattori del quotidiano abruzzese Il Centro, in stato di agitazione a causa della cessione in corso del quotidiano da parte del gruppo l’Espresso ad una cordata di imprenditori locali, che potrebbe avere conseguenze molto preoccupati per i livelli occupazionali.

L’assemblea ha preso in esame nelle ultime ore le risultanze del primo incontro del  tavolo di verifica, tenuto giovedì a Roma nella sede della Fieg, per la cessione in corso del giornale.

Il comunicato del comitato di redazione del quotidiano, qui di seguito pubblicato integralmente, è stato votato all’unanimità.

IL COMUNICATO SINDACALE

L’assemblea dei redattori del Centro ha preso in esame le risultanze del primo incontro del  tavolo di verifica, tenuto giovedì a Roma nella sede della Fieg, per la cessione in corso del giornale dal Gruppo Espresso alla società Il Centro spa.

All’unanimità ha votato il seguente documento per stigmatizzare l’ennesimo, scorretto comportamento del Gruppo Espresso.  Si esprime netta contrarietà sull’interpretazione fornita dal Gruppo Espresso  per quanto riguarda il  numero dei giornalisti (30) da trasferire alla società acquirente. Il Gruppo Espresso ha fatto sapere di avere ceduto numero 27 giornalisti a tempo indeterminato e numero 3 giornalisti a tempo determinato (con contratto fino al 31 dicembre). Si tratta di un’interpretazione che non corrisponde alla realtà dei fatti, perché  un caso riguarda un collega distaccato da aprile al Centro al posto di un contratto a tempo indeterminato; nel secondo di un contratto a tempo determinato per sostituire un collega andato via; e il terzo riguarda un collega che, distaccato in un altro giornale del Gruppo Espresso, è “scomparso” (senza alcuna comunicazione) dall’organico del Centro il primo agosto, scorso durante la trattativa per la cessione del giornale.

Un atteggiamento inaccettabile e ingiustificabile dopo trenta anni di storia di questo giornale.

L’assemblea dei giornalisti del Centro si è sempre fidata del proprio datore di lavoro. Insieme al Gruppo Espresso abbiamo fondato, lanciato e affermato il primo polo di informazione in Abruzzo. Al momento dei saluti scopriamo che fidarsi del proprio datore di lavoro significa essere ceduti al gruppo acquirente con un organico ulteriormente impoverito, grazie a un’interpretazione che, come specificato in precedenza, non trova riscontro nella storia di questo giornale.

L’assemblea, all’unanimità, trova inaccettabile questo comportamento che, tra l’altro, fa  seguito alla promessa dell’amministratore delegato  del Gruppo Espresso, Monica Mondardini, di voler chiudere i rapporti agevolando la risoluzione di qualsiasi tipo di problema. Ribadiamo che è ancora più grave il fatto che l’interpretazione del numero 30 giornalisti da cedere è avvenuta il giorno prima (mercoledì 28 settembre) del tavolo di verifica previsto per legge. Per due settimane abbiamo chiesto, così come auspicato e promesso dall’amministratore del Gruppo Espresso, Monica Mondardini,  un incontro (sia alla società cedente che a quella acquirente) per parlare anche della definizione dell’organico. Ci è stato concesso solo il giorno prima  del tavolo di verifica con la sgradevole sorpresa di un’interpretazione che trova noi e la realtà dei fatti totalmente in disaccordo.

L’assemblea  del Centro, dopo aver valutato tutte le azioni a sostegno della propria protesta (ricordando il pacchetto di otto giorno di sciopero), si appella alle parti affinché venga trovata una soluzione prima della definizione del contratto di cessione del Centro. E dà mandato ai componenti del Cdr di chiedere alle parti in causa precise garanzie per il futuro del principale quotidiano dell’Abruzzo.

Stiamo andando in edicola solo per il patto che ci lega ai lettori e perché con i nuovi acquirenti è stato avviato un confronto che si spera il più sereno possibile.

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