CASO GOOGLE, MOTTA (AIE): FORTE IL RISCHIO DI UN MONOPOLIO ONLINE (IL SOLE 24 ORE)

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Per Federico Motta, presidente dell’Aie, la questione Google è delicata e da guardare con attenzione. “Si tratta di salvaguardare i nostri diritti d’autore, ma anche d’investire per il futuro sulla libertà di espressione e creazione”.
Presidente, ma il fatto che Google pagherà non è una vittoria per gli editori?
Non necessariamente. L’accordo con gli americani interessa anche noi. Si parla di editori con opere presenti sul mercato americano, ma oggi, grazie all’ubiquità di internet, non vi è libro italiano che non sia disponibile anche in Usa. E grazie all’ottimo lavoro fatto in questi anni dagli editori italiani nel distribuire i propri libri nelle biblioteche americane, tra i libri già digitalizzati ve ne sono moltissimi italiani.

A quale compito sono chiamati gli editori ora e come vi comporterete?
La decisione è se, per i propri libri, escludere completamente l’applicazione dell’accordo o muovere eccezioni all’accordo stesso. Gli editori dovranno decidere se mantenere nella banca dati i titoli già digitalizzati o in corso di digitalizzazione perché considerati fuori commercio, se autorizzare il trattamento anche di quelli in commercio e, comunque, reclamare il pagamento delle somme previste rispetto ai testi già digitalizzati. Uno dei punti caldi della discussione che gli editori europei hanno in corso con Google riguarda proprio la definizione di un’opera come fuori commercio, che determina il regime cui viene sottoposta: se infatti è in commercio, Google dovrà chiedere autorizzazione prima di digitalizzarla, se è considerata fuori commercio potrà digitalizzarla comunque.
Che cosa cambierà negli scenari editoriali?
Qui arriva la parte più dolorosa per noi. L’accordo è riferito all’intera categoria degli editori e degli autori e prevede ampie possibilità di utilizzo da parte di Google: dalla digitalizzazione sono sviluppati servizi che vanno dalla semplice diffusione di brevi estratti dell’opera e dalla consultazione delle opere all’interno delle biblioteche per usi di studio e di ricerca, fino alla vendita di abbonamenti a istituzioni di vario genere per l’accesso completo alla banca dati di opere e alla vendita ai consumatori di accessi a singoli libri. Google non sarà più quindi solo un motore di ricerca. Funzionerà direttamente come distributore. E per tutti gli editori il dentro o fuori sarà una scelta molto delicata.
C’è un rischio di “monopolio”, quindi?
Sì, se pensiamo agli effetti che l’ingresso di un operatore di questa forza può avere sugli equilibri nel mercato della distribuzione dei contenuti librari, integrando in un motore di ricerca generalista i risultati di “ricerca libri” laddove inizia anche a vendere i contenuti. Se a questo si associa il potere del tutto discrezionale di scegliere se e cosa diffondere attraverso i propri servizi, potendo infatti escludere la distribuzione dei contenuti per motivi sia di “natura editoriale” che di “natura non editoriale”,le preoccupazioni aumentano, e di molto, tanto da far temere addirittura una lesione della libertà di espressione.
Ma per i lettori non è un beneficio? Tutto in un colpo solo: ricerca, anteprima di lettura e acquisto in un clic. Non è un metodo vantaggioso per tutti?
La risposta va cercata nel grado d’apertura del sistema. Le tecnologie che saranno utilizzate non sono indifferenti: ad esempio, quando un utente metterà una parola chiave sul motore di ricerca generalista, troverà solo i volumi inseriti in Google Book’Search o anche quelli di altri aggregatori privati o delle biblioteche digitali? E come sarà possibile verificare che non vi siano discriminazioni? È un momento cruciale per il futuro della cultura, in cui occorre più che mai conciliare le esigenze dello sviluppo di internet e della conseguente accelerazione della trasmissione delle conoscenze. Vi è certo un problema di accesso alla cultura, ma anche un problema di parità d’accesso alla rete di chiunque voglia proporre i propri contenuti, secondo i modelli economici e culturali che liberamente vorrà scegliere. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)

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