CAMERA/ LA RISPOSTA DI VITO AL QUESTION TIME SU PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DE “IL MATTINO”

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Si è da poco concluso il Question Time nell’Aula di Montecitorio in cui il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha risposto all’interrogazione sul piano di ristrutturazione finanziaria del quotidiano “Il Mattino” che porterà al taglio di 37 posti di lavoro e alla chiusura della sede di Roma e degli uffici di Milano e Reggio Calabria. “Chi parlerà da domani in avanti – si chiede l’onorevole Francesco Barbato (IDV) durante il question time – della questione meridionale? Chi parlerà più della criminalità organizzata come ha fatto Giancarlo Siani rimettendoci la vita? Questo è il problema vero. Noi per la terza volta veniamo messi sotto e riceviamo un colpo basso nel Mezzogiorno: prima, con i fondi FAS che avete rubato al sud (17 miliardi); poi, successivamente, con il provvedimento farsa sulla sicurezza che prevede le ronde al sud; ora, infine, con l’informazione libera che non avremo più, perché ‘Il Mattino’ rappresenta l’informazione libera”.
Barbato accusa Caltagirone editore di non aver avviato, invece dei tagli, un concreto piano di rilancio e investimenti, per un prodotto più moderno e al passo con le nuove tecnologie e chiede al Governo se non ritenga che le sovvenzioni date ai gruppi editoriali debbano salvaguardare proprio il pluralismo dell’informazione sancito dalla Costituzione.

Il ministro Vito, dopo aver precisato che ‘Il Mattino’ non percepisce alcun contributo dello Stato all’editoria, ma unicamente usufruisce di agevolazioni tariffarie relative agli abbonamenti postali e telefonici come tutti i giornali italiani ricorda quanto già fatto dal Governo. “Per la prima volta – ha affermato il ministro -, stante la situazione di oggettiva crisi dell’editoria, con il decreto-legge cosiddetto milleproroghe si è provveduto a finanziare con 20 milioni di euro per il 2009 i piani di prepensionamento delle imprese editoriali che avviino questi piani di ristrutturazione. E grazie all’intesa raggiunta lo scorso 5 maggio presso la Presidenza del Consiglio tra il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, la FIEG, la FNSI e l’INPGI, è stato previsto che gli editori italiani contribuiscano direttamente al sistema degli ammortizzatori sociali con un contributo all’INPGI pari al 30 per cento”.
Fabiana Cammarano

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