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CALTAGIRONE SPA: “BENE CEMENTO E LAVORI, SOFFRE EDITORIA”

“L’unico settore dove abbiamo dei problemi è l’editoria perché la pubblicità è calata, e nonostante segnali positivi ad aprile crediamo che finché non ci sarà una ripresa nel Paese non vedremo risultati positivi”.
Questa l’analisi che il presidente della holding Caltagirone Spa, Francesco Gaetano Caltagirone, ha fatto agli azionisti del gruppo nel corso dell’assemblea che ha approvato, tra l’altro, il bilancio 2012, la distribuzione di un dividendo da 0,03 euro per azione, ed il rinnovo del Cda.
La holding, come spiega un lancio dell’Ansa: è impegnata anche sul fronte del cemento, dove “è andata meglio grazie alla grande lungimiranza con cui si è passati dal 100% di attività in Italia 10 anni fa a circa l’85% di attività all’estero oggi: l’estero va bene e traina i risultati positivi del gruppo Cementir”, mentre “in Italia il mercato non ha quasi più domanda”.
Terza area di attività i grandi lavori, con Vianini Lavori, che “va, anche se non in maniera brillante perché non è un momento brillante per l’economia”.
Quanto poi alle partecipazioni finanziarie, ed in particolare le partecipazioni in Acea, Generali e Unicredit, con il recupero dei mercati il gruppo registra nei primi mesi del 2013 “plusvalenze intorno ai 10 milioni di euro”.
Il risultato 2012 del gruppo “negativo per 35,48 milioni – ha spiegato ancora Francesco Gaetano Caltagirone – è stato influenzato da componenti che non riguardano la gestione caratteristica negativi per circa 38 milioni”, fattori non ricorrenti legati per circa 30 milioni a “svalutazioni per impairment” e per circa 8 milioni ai costi di “esodo del personale”.
Il numero dei componenti del Cda passa da 11 a 12, esce Edoardo Caltagirone, entrano Tatiana Caltagirone e Annalisa Mariani, confermati gli altri membri. Tutti sono stati indicati dalla lista di maggioranza. Cosa che potrebbe cambiare in futuro perché il gruppo valuterà modifiche allo Statuto per dare più spazio nella governance ai soci di minoranza: “Prevedere un componente del cda per la lista del secondo azionista, ed uno per le minoranze (anche se storicamente i fondi non hanno mai presentato una lista), può essere una soluzione più equa. Ci faremo una riflessione”, ha indicato il presidente della holding.

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