CALABRÒ: IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI IN ITALIA È ARRIVATO AL CAPOLINEA

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Il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, nel suo intervento al settimo Forum sulle telecomunicazioni, mette in evidenza la stasi nella crescita delle tlc, in rallentamento e addirittura inferiori alla crescita del Pil.
“Il settore delle telecomunicazioni in Italia se non è arrivato al capolinea, poco ci manca. Servono stimoli, incentivi e strategie per far decollare gli investimenti nelle nuove infrastrutture”. Spiega Calabrò e continua: “L’Italia è in ritardo non solo in termini di diffusione ma anche di qualità delle connessioni broad band. Da noi, infatti, come rileva una recente analisi internazionale, solo il 27% degli utenti dichiara di avere connessioni con capacità di banda superiori ai 4 mbps”. Il nocciolo della questione, secondo Calabrò, rimane quello delle infrastrutture, senza però trascurare le politiche dal lato della domanda. “In alcuni segmenti – aggiunge – l’assetto del mercato può e deve migliorare ancora di più: l’accesso da postazione fissa è sicuramente il nodo più spinoso su cui l’Autorità sta lavorando con un procedimento in corso che ridisegnerà la regolazione dei mercati, sia wholesale che retail. Intendiamo continuare a procedere migliorando ulteriormente le condizioni di accesso alla rete locale di Telecom Italia”.
“Sulla questione delle infrastrutture, in particolare delle reti a larghissima banda – spiega ancora il presidente dell’Authority – il settore deve fare un vero e proprio balzo in avanti e la regolamentazione non costituisce l’unico strumento a disposizione del sistema Paese”. Secondo Calabrò a pesare drammaticamente è la pregressa assenza di infrastrutture alternative, il cavo soprattutto. Ciò non solo determina la dipendenza di tutto il settore dell’unica rete locale, peraltro in rame, dell’incumbent, ma tende anche a scoraggiare gli investimenti nelle reti di nuova generazione. La situazione infrastrutturale non rappresenta, quindi, solo un fardello iniziale ma rischia di porre anche una ipoteca sul nostro futuro dell’industria e delle telecomunicazioni e sullo sviluppo dell’intero sistema economico”. Obiettivo dell’Autorità è quello di “conciliare l’innovazione con la concorrenza e non barattare la prima con la seconda”.
Fabiana Cammarano

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