BUTTURINI (ASR), GOVERNO FA STRAGE EDITORIA MINORE. VENDETTA?

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”Questo Governo rischia di passare alla storia come quello che ha decretato la piu’ grande crisi dell’editoria nel nostro Paese. Al pari di cio’ che e’ accaduto con altri settori produttivi, non e’ stato in grado di mettere in campo politiche di sostegno e di sviluppo, che non fossero il finanziamento degli ammortizzatori sociali.
Rinviando gli investimenti sulla banda larga ha di fatto condannato l’Italia a un ruolo marginale nel settore a piu’ alto tasso di crescita per il futuro. Ora, con l’emendamento presentato ieri che, nei fatti elimina il diritto soggettivo relativo al finanziamento pubblico dei giornali di partito, cooperativi e di idee, cancella centinaia di posti di lavoro, giornalisti ma anche maestranze e impiegati”.
Ad affermarlo e’ Paolo Butturini, segretario dell’Associazione della Stampa Romana (Asr).
”Davvero un bel modo per uscire dall’impasse di uno degli smottamenti piu’ gravi che carta stampata, emittenza e new media abbiano dovuto affrontare. Se questa decisione e’ gravissima per cio’ che riguarda gli aspetti industriale e occupazionali, lo e’ altrettanto -aggiunge Butturini- sul versante della democrazia e del pluralismo. Immaginate il nostro panorama editoriale senza testate storiche come L’Unita’, Il Manifesto, L’Avvenire, Il Secolo D’Italia, o piu’ recenti di nascita come Europa e La Padania, ma l’emendamento colpisce anche decine di piccole emittenti, cooperative, espressioni del terzo settore”.
”E’ possibile -si chiede Butturini- che a un presidente del Consiglio che gia’ detiene personalmente la maggior parte del sistema dei media in Italia e si appresta ad avere una posizione dominante anche nel campo del digitale, si permetta di far morire realta’ piccole e medie alle quali vengono riservate le briciole della grande torta pubblicitaria? Come sfuggire al dubbio che tutto cio’ sia frutto di una ‘vendetta’ interna alla maggioranza di governo? Basterebbe pensare che fra le vittime illustri di questo emendamento c’e’ Il Secolo d’Italia, organo vicino al Presidente della Camera Gianfranco Fini, che in questi mesi non ha risparmiato critiche al Presidente del Consiglio”.
”Bene ha fatto la Fnsi a mobilitarsi immediatamente, occorre lanciare un appello a tutti i parlamentari, di qualsiasi schieramento -conclude Butturini- perche’ rifiutino il voto di fiducia su una norma che riguarda il diritto di informazione”.

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