Editoria

Bonun pubblicità, il Regolamento di attuazione resta una chimera. Il punto della situazione

Viaggia ormai in forte ritardo l’emanazione del regolamento del bonus pubblicità, anche se dovrebbe arrivare in tempi brevi. In attesa del provvedimento ufficiale, il Dipartimento per l’informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha anticipato alcuni contenuti, per dare un quadro abbastanza chiaro e dettagliato di come funzionerà il bonus e consentire ai titolari di reddito d’impresa, di lavoro autonomo e agli enti non commerciali di elaborare i propri programmi di investimento. Le risorse ci sarebbero – 62,5 milioni di euro – ma mancano le modalità per presentare le domande. Così le agevolazioni fiscali per la pubblicità incrementale sulla stampa previste dalla nuova legge sull’editoria rimangono per ora sulla carta.
Il testo, messo a punto da Ministero dell’Economia e dello Sviluppo Economico e fissa le modalità e i termini per accedere all’agevolazione pensata per il settore dell’editoria. Il Credito d’imposta a sostegno degli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sui giornali e sulle emittenti radio-televisive a diffusione locale è stato, inizialmente, previsto dal Dl n. 50/2017 e, poi, modificato dal collegato fiscale (legge 172/2017).
Il credito d’imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati dalle imprese, i lavoratori autonomi e agli enti non commerciali che investono in campagne pubblicitarie (sono escluse televendite e spot su giochi e scommesse) su quotidiani e periodici (anche on line), Tv e radio locali “il cui valore superi almeno dell’1 per cento gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente”. Nel caso in cui l’anno prima non ci sia stato investimento è considerato incrementale l’intero costo degli spazi pubblicitari. L’agevolazione sale al 90% se ad investire sono Pmi, microimprese e startup innovative. Il credito d’imposta liquidato potrà essere inferiore a quello richiesto nel caso in cui l’ammontare complessivo dei crediti richiesti con le domande superi l’ammontare delle risorse stanziate. In tal caso, si provvede ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto.
Il decreto comunque prevede un tetto massimo individuale se i crediti richiesti superano l’ammontare delle risorse stanziate: in tal caso, si deve procedere ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto “con un limite individuale corrispondente a un importo pari al 5% dell’ammontare delle risorse annue destinate agli investimenti sui giornali e del 2% delle risorse annue destinate agli investimenti” su radio e tv. Nel caso il credito d’imposta richiesto sia superiore a 150mila euro si applica il meccanismo delle “white list”.
Ricordiamo infine che il credito d’imposta potrà essere utilizzato solo in compensazione.

Redazione CCE

Recent Posts

Consiglio d’Europa: “Necessario sostenere i giornali locali”

Senza giornali non c’è libertà e senza media locali non c’è racconto della realtà: il…

3 ore ago

Gasparri in tackle su Amadeus: “Un’interrogazione su compensi e caso Sanremo”

Amadeus ha scelto di lasciare la Rai accasandosi al canale 9 ma le polemiche su…

4 ore ago

Sciopero a Il Tirreno, la solidarietà dei giornalisti

Sciopero a Il Tirreno, la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Assostampa Toscana si schierano…

2 giorni ago

Grafica Veneta si espande negli Stati Uniti con Hutchinson

Grafica Veneta si espande negli Stati Uniti: c’è l’accordo per la maggioranza della storica casa…

3 giorni ago

Circolare n. 27 del 02/05/2024 – Aliquota IVA da applicare ai messaggi autogestiti a pagamento in periodo elettorale diffusi dalle emittenti radiotelevisive

Nell’imminenza delle prossime consultazioni elettorali, ricordiamo che a tutti i messaggi autogestiti a pagamento e gli spazi pubblicitari…

4 giorni ago