Categories: Editoria

BONAIUTI PREME PER UNA RIFORMA MA SI TEME L’INCERTEZZA FONDI

Ieri il sottosegretario con delega all’editoria Paolo Bonaiuti ha rappresentato alla Camera il quadro di criticità del settore editoriale e ha fatto presente la necessità che si arrivi subito ad una riforma. A tal fine sono stati già avviati incontri con tutte le associazioni del settore per raccogliere idee e arrivare ad un testo condiviso da presentare alla Camera. La necessità principale è quella di razionalizzare il fondo distribuendo i soldi in base a criteri che premino i “veri giornali”, perché non si ripetano casi come l’Avanti di Lavitola.
Il Fondo per l’editoria è passato dai 415 milioni del 2008 a meno di 200 nel 2012 e – ha spiegato Bonaiuti – «nei prossimi giorni conosceremo l’entità dei tagli che il Tesoro vorrà applicare al Dipartimento». La buona notizia è che è arrivato dall’Unione europea l’ok ai 30 milioni di euro per il credito d’imposta sulla carta. Ma la situazione continua ad essere critica.
«Ciò che manca sinora – si legge in una nota del sindacato dei giornalisti, l’Fnsi – è l’impegno reale del Governo per una riforma che non si può fare senza soldi e che corrisponda a un disegno strategico e di sistema». L’emergenza è reale, si «rischia la chiusura di un centinaio di imprese editoriali in cooperativa, no profit e di idee e di mettere in pericolo la specialità della stampa italiana all’estero, con la perdita complessiva di quattromila posti di lavoro. Al Governo è chiesta un’assunzione collegiale di responsabilità e coraggio. Va abbandonata la tragica scelta dei tagli lineari di spesa per prendere, invece, la strada della selezione degli interventi sulla base di obiettivi strategici. L’editoria e l’informazione professionale non possono non stare entro questa linea, se davvero c’è una qualche azione a favore dello sviluppo».
«Il rigore nell’assegnazione di contributi deve diventare ancora più stringente. Consistenza reale dell’attività editoriale, organizzazione imprenditoriale e soprattutto occupazione professionale devono essere i parametri da privilegiare per qualsiasi forma di sostegno pubblico in stretta relazione alla corretta applicazione della disciplina del lavoro per il settore e al rispetto degli obblighi sociali; sia per i dipendenti sia per i lavoratori autonomi, spesso precari. La nuova legge – conclude la Fnsi – deve contenere un chiaro obiettivo di lotta al precariato giornalistico e ai fenomeni di elusione fiscale e di evasione contributiva».

editoriatv

Recent Posts

Crisi edicole. Un presidio urbano che rischia di scomparire

Le saracinesche abbassate delle edicole sono diventate un’immagine sempre più frequente nelle città italiane. Dai…

14 ore ago

Manovra, la Fieg chiede più soldi: “Altrimenti sarà blackout”

Manovra, pure la Fieg alza la voce: occorrono più soldi perché il sistema del pluralismo…

15 ore ago

Gedi, Tajani: “Giornali meglio in mani italiane”, Salvini: “Libertà di impresa”

Antonio Tajani non fa le barricate sulla vicenda Gedi ma ritiene che sia meglio che…

15 ore ago

Lavoro, informazione e democrazia: Il Tirreno e GEDI, due storie che raccontano la stessa crisi

C’è un filo rosso che attraversa le rimostranze sindacali delle giornaliste e dei giornalisti de…

1 giorno ago

Manovra, emittenza locale a rischio: “Avanti con gli emendamenti”

Protestano le associazioni di radio, tv ed emittenza locale: la manovra, così com’è, rischia di…

2 giorni ago

Meloni al veleno su Gedi: “Non diceva nulla sui licenziamenti a Stellantis”

Meloni contro l’opposizione sulla vicenda legata alla vendita del Gruppo Gedi, e quindi di Repubblica…

2 giorni ago