Editoria

“Basta bivacchi”, la mortificazione a Cinque Stelle del lavoro

Il sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi, sa quello che vuole. Abolire il finanziamento diretto ai piccoli giornali perché non stanno sul mercato; e se il mercato non regge il prodotto è accanimento terapeutico, parole sue, continuare a sostenerli.

Ma vuole anche passare alla storia come l’uomo che ha cambiato l’informazione in Italia; e così s’intesta gli Stati generali dell’editoria, un’iniziativa che punta a riformare questo agonizzante settore intervenendo su tutta la filiera produttiva e su tutti i portatori d’interesse: editori, distributori, edicole, giornalisti, inserzionisti, lettori.

Nel merito e sul metodo si potrebbe dire molto, ma il senatore Crimi sta realizzando uno dei capisaldi del pensiero a cinque stelle: smantellare l’attuale impianto del sistema dell’informazione, immaginandone un altro. Colpisce che da un lato sottopone ad un enorme tavolo un’ampia discussione, tirando, però, nella stessa giornata di inaugurazione dell’evento le conclusioni; e lo fa con sicurezza, come se conoscesse il settore a fondo, a sentirlo parlare lo si può prendere per il nuovo McLuhan o Negroponte.

Ma questi sono sofismi, roba da intellettuali. Il senatore Crimi è al governo dell’informazione in Italia perché esponente di spicco del partito che ha vinto le elezioni in Italia. Per dirlo con il Feltri recitato da Crozza, è fattuale. Come è fattuale la frase detta a margine della giornata di apertura degli Stati generali dell’editoria: basta bivaccare.

Ordine rivolto alle migliaia di giornalisti e dipendenti delle imprese editoriali a breve destinate alla chiusura: dai dipendenti di Radio Radicale a quelli del Corriere di Saluzzo, l’ordine è semplice: basta bivaccare. E qua il discorso cambia perché non è più in discussione il valore del pluralismo, il rapporto tra diversità e mercato, minoranze e maggioranze: ma il rispetto di un termine uscito dal vocabolario del Governo: il lavoro.

Il bivacco è il lavoro di migliaia di persone che nelle redazioni non campeggiano, ma lavorano, duramente e con dignità. Come fanno i dipendenti della Rai, gli operatori della sanità, i professori ed i maestri nelle scuole, i dipendenti delle aziende private e pubbliche. Tacciare alcuni di bivaccare significa mortificare il lavoro. In nome del mercato che si scopre essere diventato faro luminare per il novello Habermas a cinque stelle.

Enzo Ghionni

Salvatore Monaco.

Recent Posts

Dall’Agcom solidarietà a La Stampa nel nome del pluralismo

L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…

4 ore ago

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…

4 ore ago

Per gli editori il paese di acquisto dei prodotti editoriali non è neutro ai fini Iva

Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…

17 ore ago

Nomine nel gruppo Cairo: Alberto Braggio nuovo ad di La7

Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…

1 giorno ago

Quando il pm non può frugare nel pc del cronista: la Cassazione difende le fonti dei giornalisti

In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…

2 giorni ago