Nella Gazzetta Ufficiale del 28 aprile è stata pubblicata la legge di conversione del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16 che contiene la cancellazione del “beauty contest” che assegnava gratuitamente un multiplex ai protagonisti del vecchio duopolio. Le frequenze andranno dunque all’asta. Le nuove frequenze tv saranno “assegnate mediante pubblica gara indetta entro 120 giorni dall’entrata in vigore del presente articolo”. Si prevede l’assegnazione delle frequenze “ad operatori di rete sulla base di differenti lotti, mediante procedure di gara aggiudicate all’offerta economica più elevata anche mediante rilanci competitivi, assicurando la separazione verticale tra fornitori di programmi e operatori di rete”. Questo uno dei criteri indicati all’Agcom a cui spetterà adottare le necessario procedure per la gara.
Ma è sui tempi che il Governo si è dato che adesso si rischia il fallimento dell’asta per le frequenze. Dal giorno in cui Palazzo Chigi ha fatto approvare dalle Camere l’emendamento sul beauty contest sono già passati 30 giorni, inoltre, il 15 maggio, il collegio dell’Autorità per le Comunicazioni scadrà ufficialmente e il presidente Corrado Calabrò e i sette colleghi resteranno in carica solo per gli affari correnti. Dunque restano 90 giorni per fare tutto.
Secondo quanto si legge in un articolo di MF, nello stesso esecutivo Monti e tra gli addetti ai lavori comincia a serpeggiare il pessimismo.
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