ASTA FREQUENZE: A CHI ANDRÀ IL TESORETTO DA 3,5 MILIARDI DI EURO?

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Si è conclusa ieri la sedicesima giornata di asta per l’assegnazione delle frequenze agli operatori di telecomunicazioni. Nel corso di 28 tornate, sono stati effettuati 33 rilanci sia per acquisire blocchi di frequenze in banda 800 sia in quella 2600, portando un incremento totale di 1.245.172.329 euro rispetto alle offerte iniziali. L’importo totale di incasso sale, al momento, a 3.548.279.494 euro. Un “tesoretto” che fa gola a tutti i ministeri, specie nell’attuale clima di crisi e di tagli.
Inizialmente si era deciso che la cifra eccedente i 2,4 miliardi già iscritti nella legge di stabilità del 2011 (legge 220/2010) sarebbe andata in toto al Ministero per lo Sviluppo Economico. Poi, con la legge 75/11 si è deciso di riservare al settore una quota non superiore al 50%, che allo stato attuale ammonterebbe attorno ai 500 milioni di euro. Stando alle ultime indiscrezioni, però, pare che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, vorrebbe destinare l’intero incasso dell’asta per determinare una riduzione del rapporto deficit-Pil, così da correggere senza troppi sforzi ulteriori i conti dello Stato dopo la revisione al ribasso delle stime di crescita per l’anno in corso. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, invece, vorrebbe destinare almeno parte della cifra alla concessione di sgravi fiscali per le imprese, in primis quelle telefoniche, che hanno più volte ribadito che la loro partecipazione all’asta è un grande contributo alle casse dello Stato. Una sorta di ‘tassa’ che le telco pagano ora per delle risorse (le frequenze) che non saranno disponibili prima del 2013. Allo studio ci sarebbero già diverse ipotesi: un credito d’imposta pari agli investimenti in banda ultralarga; una riduzione del carico Irap per le imprese di tlc, sostegni alla domanda sotto forma di contributi per gli abbonamenti alle reti ultraveloci, o anche un mix fra le varie proposte.
Intanto le più preoccupate per il “destino” del tesoretto sembrano essere le tv locali che hanno dovuto liberare le frequenze oggetto d’asta (canali 61-69) e che attendono l’indennizzo che dovrebbe essere pari al 10% della stima iniziale di 2,4 mld. Sempre se Tremonti non cambia idea.
Antonietta Gallo

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