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Assostampa: “Parco Appennino ritiri bando per addetto stampa”

L’Associazione della Stampa di Basilicata ha definito ”lesivo della dignità dell’intera categoria” – chiedendone ”l’immediato ritiro” – l’avviso pubblico del Parco dell’Appennino lucano ”per selezionare un addetto stampa in cui, oltre alla valutazione di titoli ed esperienze professionali, ai candidati viene chiesto di presentare un’offerta di compenso partendo da una ‘base’ tutto compreso inserita nel bando, e considerando l’offerta più bassa come requisito essenziale per il conferimento dell’incarico”.
L’Assostampa, che ha espresso ”sorpresa” e ”profondo disappunto” per l’iniziativa dell’ente parco – ha evidenziato che oltretutto il bando ”è stato pubblicato a ridosso di un ponte festivo, con una pubblicità minima sul sito dell’Ente, con una validità di appena due settimane e con la presenza di altri elementi che danno priorità – oltre all’offerta economica – tali da rendere praticamente impossibile una selezione obiettiva di tutti i colleghi interessati”.
La previsione del bando innesca, per l’associazione: ”una sorta di corsa al ribasso, in cui si mettono gli uni contro gli altri colleghi spesso già costretti ad ‘accontentarsi’ di stipendi miseri, fiaccati dalla crisi, e ora portati a concorrere per un lavoro, sia pur temporaneo, in un ente pubblico non sulla base delle loro esperienze, dei loro titoli e delle loro qualità, ma delle richieste economiche. Pretesa, questa, che può avere un senso nelle gare d’appalto per la fornitura di beni o per la realizzazione di un’opera, dove la richiesta si può basare sul costo di materiali, non certo quando si ricerca un profilo professionale la cui attività non richiede altro se non una prestazione intellettuale, come è appunto l’attività di giornalista”.
L’Assostampa ha reso noto di ”aver informato della vicenda la Federazione Nazionale della Stampa, alla quale è stata chiesta una netta condanna del metodo e del merito di questa selezione, anche come monito per evitare il ripetersi di altri casi analoghi nel resto d’Italia. La professione giornalistica, già ripetutamente sotto attacco, vessata e soggetta alle difficoltà di crisi aziendali e carenza di posti di lavoro non merita di essere oltremodo svilita con un metodo di valutazione che subordina la professionalità al risparmio, e questa scelta è tanto più inaccettabile perché proviene da un ente pubblico per accedere al quale, per definizione e per quanto richiamato nella nostra Costituzione, il merito dovrebbe essere requisito fondamentale”.

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