Assografici: “Costi choc, si ferma la produzione della carta”

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Rotative in azione

La carta alle stelle, dopo l’allarme dei produttori e delle cartiere arriva l’urlo di Assografici che lanciano l’allarme: “Prezzi choc, le industrie si fermano e il settore rischia lo stop della produzione”. Un cocktail potenzialmente letale per un settore che più degli altri risente degli aumenti del prezzo dell’energia. Dopo i rincari delle materie prime, causate dai disagi della pandemia che hanno fatto emergere lo spettro dell’everything shortage, la prima e più immediata conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina ha comportato il rialzo improvviso e sostenuto dell’energia.

Con queste precondizioni, il lavoro diventa anti economico e le cartiere smettono di lavorare. Con danni che, a catena, si ripercuotono su altri settori dell’economia. A cominciare dall’editoria e dall’informazione, che non trovano più prezzi competitivi per quella che è la materia prima per eccellenza di libri e giornali cioé la carta. Ma il rischio di un azzeramento della produzione potrebbe pesare, moltissimo, anche su tutta l’industria più in generale. Il timore è che si blocchi il packaging o che i costi arrivino talmente a schizzare in alto da aggravare i costi.

La centralità del settore grafico italiano è nei numeri. La stampa di libri, riviste e stampati pubblicitari e commerciali genera un fatturato di circa 5,5 mld di euro, con oltre 13mila imprese coinvolte e 75mila addetti. Il comparto della trasformazione e della cartotecnica (che comprende gran parte del mondo dell’imballaggio, compreso quello in plastica flessibile) coinvolge altre 3mila imprese, 60mila addetti e fattura quasi 8 miliardi di euro. Tutto il comparto, rivendica Assografici,  “è un’eccellenza del made in Italy, con oltre 2,3 miliardi di euro di saldo attivo sulla bilancia commerciale. Le potenziali ripercussioni delle difficoltà di questi settori sono dirette su tutto il mondo dell’informazione, sull’editoria libraria, di varia e scolastica”.

 

Assografici, presieduta da Emilio Albertini, ha fatto il punto della situazione partendo proprio dalla denuncia già presentata nelle scorse ore da Assocarta. “Molti stabilimenti cartari, fortemente energivori, hanno ora annunciato rallentamenti se non veri e propri fermi produttivi. Data la situazione critica che già registriamo da mesi, non è difficile intuire come sia ora a rischio la continuità produttiva anche di tutta la filiera a valle”. La questione riguarda tutta l’economia. “Da mesi tutti i comparti della stampa e della trasformazione di carta, cartone e imballaggio flessibile denunciano difficoltà che ora rischiano di diventare veri ostacoli a proseguire regolarmente l’attività”.

Secondo i grafici, ecco la “mappa” della situazione sul fronte carta al momento attuale. “La stampa di riviste in rotocalco è già da tempo in condizioni di non economicità; la stampa di libri è frenata dalla scarsa disponibilità di carte ad uso editoriale, ormai prodotte da pochi player europei. Ad aggravare la situazione vi è lo sciopero di un’importante cartiera nord-europea. E dal difficile reperimento di quasi tutti i materiali, in particolare quelli per la produzione di lastre”.

Ma non è tutto. Ecco gli effetti sull’industria. “Il settore del cartone ondulato, fogli e scatole, non riesce a fare fronte a una domanda crescente e lo stop di alcuni siti cartari rende concreta la prospettiva di fermi anche per gli ondulatori, che hanno già scorte ridotte; la produzione di astucci in cartoncino per alimentare, farmaceutico, cosmetica è rallentata dalla carenza di carta e altre materie prime; manca il materiale per produrre etichette; la produzione di packaging flessibile, che utilizza prevalentemente materiali plastici, è appesantita dagli straordinari rincari e frenata dalla difficoltà a reperire alcune materie prime che spesso provengono da paesi extra Ue, perché l’offerta europea non basta a soddisfare la domanda interna”.

La situazione è dunque serissima. “Per tutti i comparti – prosegue Albertini – dalla produzione di sacchi a quella di shopper, dai produttori di tubi e anime in cartone agli scatolifici, gli incrementi di prezzo sul costo della carta sono continui da parte dei fornitori, che ora si riservano di applicarli in totale autonomia e discrezionalità, anche al momento della consegna. Coi nostri clienti, purtroppo, saremo a breve costretti a fare lo stesso. Ma gli incrementi di prezzo sono generalizzati, dall’energia ai trasporti. È una situazione veramente eccezionale, anche di carenza di materie prime, che segue il periodo pandemico già molto complicato, e che nessuno ricorda si sia mai verificata prima con questa intensità e rapidità sui nostri mercati”.

Per Assografici dunque occorre fare presto. Nessuno rischia di uscirne indenne, nemmeno il digitale. “Rischia di venire meno la disponibilità di tutti i prodotti, che non possono essere commercializzati privi del loro packaging, anche quelli essenziali, come i farmaci, i beni alimentari, quelli per l’igiene personale. Anche il funzionamento dell’e-commerce rischia concretamente di venire compromesso, in assenza di imballaggi”. Emilio Albertini ha, quindi, rilanciato sulla necessità di aiuti e sostegno da parte del governo. “Assografici insieme ad Assocarta e Acimga nella Federazione Carta e Grafica, unisce la sua voce a quella di Confindustria nella richiesta di misure straordinarie che divengono sempre più urgenti per affrontare l’emergenza, sia in sede Ue che da parte del governo italiano”.

 

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