AREA TECNICA AL PRESIDENTE. INFORMAZIONE E INTRATTENIMENTO AL CDA. QUALE VALE DI PIÙ?

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Contratti fino a 10 milioni di euro e controllo area amministrativa al presidente. Gestione editoriale al cda. Un compromesso che la stessa Tarantola ha ritenuto accettabile.
Nelle idee originarie di Monti, il presidente e il dg, da lui stesso nominato, avrebbero dovuto gestire in toto l’azienda. Il cda, dunque, sarebbe diventato un mero organo consultivo.
Tale politica non è stata possibile. Sia il presidente che il dg, anche se nominati (sarebbe meglio dire consigliati) dal governo avevano bisogno, rispettivamente, del favore della Vigilanza e del cda. In entrambi gli organismi il Pdl ha la maggioranza: 21 su 40 in Vigilanza e 4 su 9 in cda.
Da via dell’Umiltà hanno fatto intendere che se l’esecutivo, tramite la Tarantola e Gubitosi, avesse monopolizzato i poteri a Viale Mazzini, il via libera non ci sarebbe stato.
Da parte sua Monti si è sempre mostrato deciso: o votano la Tarantola, o sarà commissariamento (con commissario proprio l’ex vicedirettore di Bankitalia).
Il premier “minacciava” di agire che tramite decreto e usando l’arma della fiducia. In tal caso il governo sarebbe potuto cadere proprio sui vertici della Rai, visto che il centrodestra vanta ancora una maggioranza in Parlamento. Un rischio troppo grosso.
Si è preferito una mediazione. In fondo il Pdl non avrebbe fatto una bella figura se avesse osteggiato ad oltranza le direttive di Monti. Quest’ultimo invece, avrebbe creato tensioni enormi in Parlamento e sarebbe stato accusato di aver monopolizzato il servizio pubblico.
Ma veniamo al dunque. Cosa possono fare ora la Tarantola e il cda? Chi possono (o non possono) nominare?
Il presidente ha carta bianca per i contratti fino a 10 milioni di euro. Ovviamente si tratta di accordi che esulano dal mero ingaggio dell’artista famoso. La Tarantola potrà contrattare anche con altre società. Potenzialmente anche “delocalizzando” alcune attività o produzioni. Inoltre è appannaggio del presidente il controllo sulle tecnostrutture. Si tratta delle nomine non editoriali. In altre parole quelle amministrative, tecniche. Citiamo alcune nomine di competenza della Tarantola con i relativi responsabili: staff del dg con Andrea Sassano; Internal auditing con Marco Zuppi; acquisti e servizi con Gianfranco Comanducci; ICT con Giuseppe Biassoni; Risorse umane con Laciano Flussi; Sviluppo strategico con Carlo Nardello; Finanza e pianificazione con Fabio Belli; Amministrazione e finanza con Filippo Bertolino; Relazioni esterne con Guido Paglia; Relazioni istituzionali ed internazionale con Marco Simeon; Affari legali e societari con Salvatore Lo Giudice; Strategia tecnologiche con Luigi Rocchi.
Il cda deciderà sull’intera aera editoriale (termine quanto mai generico e ambivalente). Forse potremmo chiamarla area dell’informazione e dell’intrattenimento. Dunque spettano ai 9 consiglieri la nomina dei direttori di rete e dei tg. Poltrone che “scottano”, soprattutto in vista della propaganda elettorale per le prossime elezioni. Rai 1, Rai2, Rai3, con i rispettivi notiziari; i canali tematici; l’area fiction e cinema potrebbero cambiare i responsabili.
In fondo è questa la parte della Rai che, secondo i malpensanti, interessa alla politica. Certo, l’area amministrativa è rilevante. Infatti consta di tante poltrone da riassegnare o confermare. Tuttavia, forse, è più importante assicurarsi una informazione “fedele” e un palinsesto “controllato ed obbediente”.

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