L’Ansa dice no ad un nuovo stato di crisi

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I giornalisti dell’Ansa dicono di no ad un nuovo stato di crisi. Affidato al Cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero

No a un nuovo stato di crisi, mentre l’azienda deve ancora rispettare gli accordi del passato. Con un durissimo documento i giornalisti dell’Ansa affidano al cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero. Ecco il testo: “L’assemblea dei giornalisti dell’Ansa, dopo un ampio dibattito in cui è stata analizzata la situazione, di estremo allarme, a partire dalle insistenti voci sul rischio di un ricorso alla solidarietà, e vista la mancanza di una posizione certa da parte dei vertici aziendali, chiede al Cdr di respingere qualsiasi ipotesi di stato di crisi perché ancora una volta penalizzerebbe la componente dell’Ansa che ha pagato più di tutti le misure adottate fino ad ora. C’è solo una strada che oggi può essere percorsa: quella di soluzioni strutturali che possano portare tranquillità sui conti economici e sviluppo (come sembrava poter derivare anche dall’intervento del governo sul sistema delle agenzie di stampa che però non si traduce ancora in alcunché di concreto). Oggi appare invece sempre più minaccioso il rischio di un nuovo ed inaccettabile ricorso a strumenti straordinari di contenimento dei costi: ancora una volta c’è il timore che si vada ad incidere sul lavoro giornalistico, il nostro lavoro, materia prima vitale per il prodotto della prima agenzia di stampa italiana, un bene da difendere anche come fulcro del sistema dell’informazione e del pluralismo democratico in Italia. Lo ricordiamo anche al governo che ha da mesi sul tavolo il destino dell’intero settore delle agenzie di stampa; e ricordiamo agli editori, soci dell’Ansa, che l’agenzia è un valore inestimabile che gli appartiene ma è anche uno strumento insostituibile per la realizzazione delle loro attività editoriali. Con maggiore impegno e massimo sacrificio personale in questi ultimi anni i giornalisti dell’Ansa si sono fatti direttamente carico dell’impatto di pesanti tagli. Non è oggi possibile arretrare ancora senza che il bene primario della qualità del lavoro dei giornalisti dell’Ansa subisca danni irreparabili, che metterebbero pericolosamente a rischio l’esistenza stessa dell’Ansa ed occorre per questo un piano industriale che abbia un orizzonte pluriennale. Resta un punto fermo l’esigenza di chiudere immediatamente il capitolo degli accordi del passato che l’azienda deve ancora rispettare, mentre la redazione ha puntualmente pagato la sua parte: va ora definitivamente sciolto il nodo dei colleghi in attesa di stabilizzazione; è una priorità assoluta, e lo è anche per avere una base minima di corrette relazioni sindacali, tenendo presente che la prima scadenza improrogabile è il prossimo 30 giugno. Inoltre, è più che mai urgente che nelle sedi estere torni un normale avvicendamento negli incarichi. Occorre attenzione anche per i collaboratori, che sono una parte operativa importante dell’Ansa. L’assemblea fa proprie le preoccupazioni espresse dai capi delle sedi regionali sull’impatto che eventuali misure strutturali di questo tipo avranno sul lavoro delle redazioni e sul futuro dell’Ansa. Il Cdr resta aperto a ogni collaborazione che arriverà da ciascun collega, apprezzando il valore dell’esperienza sindacale. Se si dovesse arrivare ad una decisione aziendale di ricorrere a misure straordinarie, il Cdr, la Consulta dei fiduciari, e l’assemblea chiariscono fin da ora che ogni presupposto ed ogni tesi andranno verificati a fondo, così come andrà verificata ogni possibilità di percorrere altre strade. Non accetteremo mai alcuna richiesta di sacrifici a fondo perduto: di sacrifici ne abbiamo già fatto tanti e non abbiamo visto risultati, i danni li abbiamo visti e ce ne siamo fatti carico, ma non abbiamo visto a cosa è servito. In ogni eventuale vertenza il Cdr – che intende essere affiancato dal sindacato in tutti i suoi livelli e muoversi in stretto raccordo con l’intera redazione tramite consulta e assemblea – manterrà in ogni caso come solido punto fermo le preoccupazioni espresse in questo documento. L’assemblea dà mandato al Cdr di perseguire questi obiettivi con ogni possibile iniziativa, all’interno ed all’esterno dell’azienda, con il coinvolgimento immediato del mondo della politica e del governo. L’assemblea affida al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero”.

fonte: www.francoabruzzo.it

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