ANNAROSA MACRI’: GIORNALISTA RAI A CUI VIENE NEGATA LA FIRMA SUL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA

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Annarosa Macrì, scrittrice e giornalista, lavora in Rai dal 1978 e contestualmente alla sua collaborazione in Rai, scrive a titolo gratuito per il «Quotidiano della Calabria».
Questo accadeva fino a circa un anno fa, quando alla giornalista è stato impedito di scrivere sul quotidiano calabro, lo stop arriva dai dirigenti Rai, seppure la sua attività di giornalista per la carta stampata non interferisse con il lavoro in Rai.
Forte ed indomita giornalista (non a caso apprezzata anche da Enzo Biagi) la Macrì si appella alla legge, all’articolo 8 che riconosce la priorità del primo datore di lavoro, ma consente un secondo incarico a meno che non sia in contrasto con gli interessi materiali e morali dell’azienda e ad ogni modo la scelta è di competenza del direttore giornalistico.
Lo stesso art. 8 predispone che: «Fatti salvi questi interessi, il giornalista potrà manifestare le proprie opinioni attraverso altre pubblicazioni di carattere culturale, religioso, politico o sindacale».
Accade così che il provvedimento viene archiviato e dieci mesi fa la giornalista chiede l’autorizzazione alla direzione della Rai a poter riprendere la collaborazione, ma ecco che pochi giorni fa arriva un secco no dal direttire generale rai Lorenza Lei.
Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata ha risposto negativamente alla richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il «Quotidiano della Calabria».
La vicenda scuote esponenti del mondo politico e giornalistico, Matteo Cosenza direttore de il «Quotidiano della Calabria» , difende la posizione della Macrì definendola professionista di valore, persona di cultura e raffinata.
Inoltre Cosenza si appella anche a Monti per sottolineare che quanto accaduto non è un fatto privato bensì merita di essere reso pubblico per sollecitare anche le decisioni che lo stesso Monti ha annunciato come fondamentali e non più rinviabili.
Solidarietà giunge anche dal ministro Pd Franco Laratta, anche lui chiede urgenti chiarimenti al Governo domandandosi il perchè decine di giornalisti Rai siano stati autorizzati a scrivere per altre testate ma alla Macrì questo viene vietato., da Vespa a Minzolini e perfino giornalisti di Rai Calabria godono del privilegio di scrivere per altre testate senza incorrere in provvedimenti sanzionatori.
Anche Carlo Parisi Segretario FNSI Calabria, dice la sua sulla vicenda in risposta ad una lettera inviata dalla Macrì indirizzata a Parisi ed al presidente della Fnsi, Roberto Natale.
Nella lettera la Macrì usa toni piuttosto polemici, toni di delusione verso il sindacato da cui si aspettava una difesa maggiore e non solo una mera constatazione dei fatti in base alla legge.
Ancora su questo punto la giornalista sottolinea che compito del sindacato è anche quello di evitare l’uso dell’art. 8 come mezzo di censura o di discriminazione e prosegue impugnando l’art. 21 della Costituzione secondo cui sei cittadino e non suddito e che a nessuno può essere impedito il diritto di esprimersi.
La lettera finisce sulle pagine del «Quotidiano della Calabria» e la replica di Parisi non tarda ad arrivare.
Il segretario fa notare di non avere mai ricevuto direttamente dall’interessata informazioni sui fatti, tantomeno di essere stato messo a conoscenza di un contenzioso della giornalista approdato in Commissione Paritetica.
Da qui Parisi ricorda come abbia comunque dimostrato il suo interesse alla questione pubblicando sul quotidiano d’informazione «Giornalisti Calabria», una nota di Franco Abruzzo contenente una posizione a sostegno della giornalista.
Detto ciò resta comunque il contratto di lavoro giornalistico che prevede che: «Nessun giornalista può contrarre più di un rapporto di lavoro regolato dall’art.1 (rapporto a tempo pieno).
Il giornalista quando sia stato assunto per prestare esclusivamente la sua opera ad un’impresa giornalistica o agenzia di informazioni per la stampa, non potrà assumere altri incarichi senza esserne autorizzato per iscritto dal direttore, d’accordo con l’editore».
Su questo punto Parisi fa notare come la Macrì dovrebbe ritenersi fortunata, diversamente da quanto crede.
Infatti i suoi colleghi lavorano in un giornale quale il «Quotidiano della Calabria» che, denuncia Parisi, non paga i giornalisti, spesso mortificati nelle loro funzioni, non rispetta il contratto nazionale di lavoro, sfrutta i corrispondenti e i collaboratori.
La Macrì invece gode di indennità mensili in Rai e dunque Parisi ritorna sul discorso della moralità su cui invita a riflettere: « E’ moralmente accettabile avere la garanzia di lavorare in un’azienda come la Rai che ti assicura tutte queste legittime tutele e indennità e pretendere una collaborazione fissa su un quotidiano che non paga i giornalisti? »

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