Meta rischia di passare un brutto quarto d’ora in Francia. Il Syndacat national dell’Edition, la società degli autori e degli editori transalpini, infatti, ha deciso di trascinare il colosso digitale in tribunale. L’accusa è quella di “addestrare” il suo modello di intelligenza artificiale Llama utilizzando, senza alcun consenso né autorizzazione (quindi, figuriamoci riconoscimento economico…) le loro opere. Il presidente Sne, Vincent Montagne, ha denunciato pubblicamente che le opere dei suoi associati sono state rintracciate nei dati di Meta senza alcuna autorizzazione. Insomma, un vero e proprio furto di materiale protetto dal copyright, almeno in teoria dal momento che nella pratica le cose sembrano andare sempre in un altro senso quando si parla dei padroni del vapore digitale. E proprio di mancato rispetto del diritto d’autore e di “parassitismo” lo Sne accusa in Francia Meta. Che, però, dovrà fronteggiare anche un’altra vibrante e vigorosa protesta. Quella dell’Unione nazionale degli autori e compositori che rappresenta più di 700 scrittori, compositori e drammaturghi. Che parlano apertamente di saccheggio delle loro opere per l’addestramento dell’Ai. Hanno, inoltre, stigmatizzato con forza il fatto che l’Ai faccia loro concorrenza sleale producendo libri falsi.
Ma dato che non c’è due senza tre, contro Meta in Francia s’è levata anche la voce della Société des Gens de Lettres. Tutti accomunati da un solo, importante, obiettivo: far rimuovere completamente dagli elenchi dei dati utilizzati, indebitamente da Llama, le informazioni raccolte dalle loro opere. Ciò accade in Francia mentre in Italia il più grande editore di giornali festeggia la sua nomina nel consiglio d’amministrazione brindando alla possibilità di poter decidere del futuro dell’azienda tra “le più significative del XXI secolo“.
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