AGRIGENTO: PUBBLICITÀ ELETTORALE VENDUTA DA GIORNALISTI

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La sezione provinciale dell’Assostampa deferirà al Consiglio dell’Ordine di Sicilia quei colleghi che sono venuti meno ai doveri della professione. “In questi giorni – spiega il Segretario provinciale Stelio Zaccaria – sono state riferite alla segreteria dettagliate informazioni, secondo cui alcuni colleghi appartenenti a testate diverse si sono occupati in queste settimane di procacciare pubblicità elettorale, hanno trattato il prezzo e fissato i termini contrattuali contravvenendo alle norme professionali. Di questi gravissimi comportamenti è stata informata la segreteria regionale e ogni segnalazione sarà fornita all’Ordine per il ripristino della correttezza, della trasparenza e della legalità”. Proprio oggi pomeriggio, in osservanza all’impegno assunto il 4 marzo scorso nel corso dell’Assemblea dei giornalisti al Palacongressi, è tornato a riunirsi il gruppo di lavoro della segreteria provinciale che sta proseguendo la stesura di un documento complessivo sulla deontologia. I fatti di questi giorni confermano la necessità che tutti i giornalisti agrigentini prendano maggiore coscienza delle regole della professione. Il giornalista che a qualsiasi titolo si occupa di procacciare pubblicità elettorale risponde infatti di violazione del divieto di pubblicità contenuto nella norma deontologica dell’art. 2 della legge 69/1963, che impegna i giornalisti “a promuovere la fiducia fra stampa e lettori”. Tutte le norme deontologiche che vogliono il giornalista estraneo ad iniziative di carattere pubblicitario sono a tutela della credibilità di chi fa informazione, del diritto dei cittadini “di ricevere notizie corrette, sempre distinte dai messaggi pubblicitari”, e scongiurano il rischio di commistione tra pubblicità e informazione. La pubblicità è per sua stessa natura incompatibile con la firma di un giornalista. Le violazioni della disciplina su pubblicità e informazione sono sanzionate in sede disciplinare. I direttori responsabili sono chiamati a vigilare sul rispetto delle norme deontologiche e rispondono personalmente delle commistioni tra pubblicità e informazione.

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