TLC-ICT

Agcom, presentata a Roma l’indagine conoscitiva condotta dall’Autorità su dati e idee contro la crisi dell’informazione locale

Sono stati illustrati presso la sede dell’ANCI, presenti i principali stakeholder del
sistema informativo locale, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega
all’editoria, Vito Claudio Crimi, il Presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani e il
Commissario Mario Morcellini, gli esiti dell’Indagine Conoscitiva sull’informazione locale
condotta dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Essa ha evidenziato
caratteristiche e dinamiche dell’offerta e della domanda di informazione in Italia, con un
focus particolare sull’ambito locale, e condotto una disamina approfondita dei sistemi
territoriali, oltre a mettere in luce le diversità territoriali e le criticità sotto il profilo del
pluralismo informativo.
Una panoramica complessiva del sistema informativo locale consente di riscontare
l’estrema rilevanza del servizio pubblico radiotelevisivo locale, visto che RAI è il primo
gruppo di riferimento per l’informazione locale in 14 regioni. La particolare forza
informativa della RAI in ambito locale impone adeguate riflessioni sulle modalità di
concreta attuazione e vigilanza dei principi di pluralismo, obiettività, completezza e
imparzialità cui deve essere ispirata l’azione della concessionaria di servizio pubblico,
oltre alla necessità di una accountability anche a livello locale. L’analisi evidenzia anche
la presenza di alcuni gruppi editoriali nazionali (Monrif, GEDI, Caltagirone, Tosinvest)
che ricoprono un ruolo importante a livello locale, anche se ci sono elementi che
diluiscono il peso informativo di queste posizioni.
Si enucleano, d’altronde, due elementi di grave criticità che caratterizzano l’attuale fase
dell’ecosistema dell’informazione locale. In primo luogo, la crisi, profonda e strutturale,
che percorre i mezzi tradizionali (a partire dai quotidiani) che rischiano di scomparire in
importanti aree del Paese. Ciò in un contesto in cui le nuove fonti digitali stentano a
trovare una collocazione e soprattutto un proprio modello di business. Si segnala anche
l’emergere di difficoltà nel numero di voci informative indipendenti esistenti in alcuni
mercati locali. Infatti, in talune regioni (in particolare, Trentino Alto Adige, Sardegna,
Puglia, Molise e Sicilia) si rilevano posizioni di forza informativa di alcuni soggetti privati. Infine, l’Indagine fornisce per la prima volta complete informazioni di dettaglio relative a ogni singola regione italiana, con specifiche Schede di approfondimento in cui sono riportati i dati riconducibili al territorio, sia in termini di numerosità e qualificazione delle fonti informative, sia in termini economici.

Redazione CCE

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