Inchiesta Nielsen: cresce la pubblicità su radio, tv e web; ancora male i giornali

0
1817
pubblicità-editoria

Nel primo trimestre 2016 si conferma il trend positivo della raccolta pubblicitaria per i media più popolari e per la rete. Soffre ancora l’editoria

La diffusione degli ultimi dati Nielsen sugli investimenti pubblicitari realizzati nei primi 3 mesi dell’anno, hanno evidenziato 2 scenari completamente opposti: da un lato radio, tv tradizionale ed internet che vedono aumentare il gettito dell’advertising e dall’altro il segno negativo che continua a caratterizzare la pubblicità su riviste e giornali off line.  Interessante l’analisi che riguarda la distribuzione dei 1.563 miliardi di euro che gli inserzionisti hanno speso in più rispetto allo stesso periodo del 2015.

 E più precisamente: ottima la performance della tv  che chiude il trimestre con + 5,1% maturando un + 3,1% solo nel mese di marzo. Non brilla, invece, l’out of home tv che perde il 2,5% rispetto al 1° trimestre del 2015. Modesto anche il successo della radio, stabile nei primi 2 mesi del 2016 (+0,1%) ma trainato dal terzo mese (+1,6%) che gli consente di registrare un aumento dell’ 1,7%.

E la rete? Complessivamente Internet cresce dello 0,8% anche se nell’ultimo mese del rilevamento la Nielsen ha registrato una perdita pari all’1,5%. Un riscontro non entusiasmante che però muta completamente se si considerano le stime della multinazionale olandese e se si aggregano i dati search e social: in questo caso, infatti, il web balza al primo posto  riportando un vistoso + 7,8% con un picco del + 9,2% registrato nel mese di marzo. Bene anche il cinema, risultato il settore più in salute di tutti, tanto che ha chiuso il trimestre con un incremento a cifra doppia, + 16%.

Fanalino di coda per i quotidiani (- 4,4%) e per i periodici (-4,5%) per i quali le ingenti perdite derivanti dalla pubblicità sono lo specchio di uno stato di crisi che, più in generale, coinvolge e preoccupa tutto il settore dell’editoria. L’unico segnale positivo viene dal rilevamento di marzo in cui la raccolta ha segnalato una ripresa dello 0,2% per i periodici, un dato in controtendenza che fa ben sperare per il prossimo futuro. Male, invece,  i giornali che nel terzo mese sprofondano a – 9,6%: una percentuale altissima che fa riflettere sulla gravità del momento e sulla mancanza di fiducia degli inserzionisti nei confronti della carta stampata.

L’insieme dello studio Nielsen porta comunque a tirare un sospiro di sollievo: anche se non equamente distribuito, l’advertising torna a crescere del 3,8% se confrontato con i dati di 1 anno fa. I settori che maggiormente sono stati i protagonisti di questo successo sono le tlc, l’elettronica, la grande distribuzione e gli accessori personali mentre segnano un – 22,2% gli investimenti legati alla finanza.

Secondo Alberto Dal Sasso, TAM & AIS Mananging Director di Nielson, esistono margini di miglioramento: i cenni di ripresa rilevati in occasione di questa recente indagine indicano che le aziende italiane si sentono motivate ad incentivare i consumi destinando parte dei loro guadagni in pubblicità. Un mercato in fermento, dunque, che ha sicuramente bisogno di essere sostenuto per aumentare i ricavi dell’advertising, provvidenziali per la sopravvivenza di tantissimi network ed editori.

Evidente soddisfazione espressa anche da Lorenzo Sassoli, presidente Upa (Utenti pubblicità associati) che, commentando l’esito della ricerca Nielsen, ha osservato che gli imprenditori italiani dimostrano di credere ancora nella ripresa del nostro Paese.  L”aumento della raccolta pubblicitaria – ha continuato Lorenzo – è 3 volte maggiore del Pil un dato che, se resta così positivo fino alla fine dell’anno, può contribuire a dare slancio non solo al settore mediatico e dell’editoria ma a tutta la nostra economia.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome