Adnkronos, prosegue braccio di ferro tra azienda e giornalisti

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La trattativa tra la società Adnkrons e i cdr delle testate del gruppo non accenna ad uscire da una fase di duro scontro. Fino a domenica 30 marzo è proclamata, infatti, l’astensione dal lavoro dei redattori mentre prosegue il braccio di ferro tra le parti, con i sindacati che accusano di rigidità l’azienda, mentre quest’ultima parla di difesa di posizioni personali all’interno del corpo redazionale a fronte invece di una disponibilità a rivedere gli iniziali piani d’intervento.
Ieri presso la sede dell’Asr si è svolta un’assemblea dei giornalisti dell’agenzia Adnkronos e di Mak-Multimedia Adnkronos, che erano in sciopero, dopo la rottura, nella tarda serata di mercoledì, del tavolo di trattativa istituito presso la Fieg, a seguito della procedura di licenziamento collettivo di 20 giornalisti e 3 poligrafici avviata dall’editore Giuseppe Marra lo scorso 27 gennaio. I cdr denunciano che “al tavolo, l’azienda ha ancora una volta tentato una inaccettabile forzatura. E’ stata usata l’arma di pressione dei licenziamenti per stravolgere istituti contrattuali, cancellare parti significative del reddito dei giornalisti e imporre a tappe forzate una nuova organizzazione del lavoro, sulla quale ai Cdr non è ancora stata fornita alcuna indicazione”. Inoltre, “l’azienda non fornisce indicazioni concrete riguardo ai progetti e alle prospettive di rilancio, che per il prossimo futuro mettano al riparo la redazione dal rischio di tagli occupazionali e nuovi e dolorosi sacrifici”.
Nel corso della trattativa, i comitati di redazione, assistiti da Fnsi e Asr, “hanno mostrato la più ampia disponibilità possibile ad accogliere le richieste dell’azienda, pur di scongiurare i licenziamenti. L’azienda, che ha avviato la procedura di licenziamento collettivo con la legge 223/91 pur rivendicando di non essere in crisi e a poche settimane dal rinnovo della importante convenzione con la presidenza del Consiglio, ha però deciso – dicono i cdr – di respingere anche l’ultima possibilità di accordo avanzata” mercoledì.
Nel confermare fiducia e pieno sostegno ai cdr, l’assemblea dei redattori ha quindi confermato lo stato di agitazione, assegnando ai cdr un nuovo pacchetto di cinque giornate di sciopero, dopo i due pacchetti già assegnati e proclamata anche l’astensione dal lavoro fino a tutta domenica 30 marzo.
La replica dell’azienda parla di “piena disponibilità” a modificare e rimodulare gli interventi inizialmente previsti “in modo da evitare di dover procedere a riduzioni dell’occupazione a fronte di soluzioni alternative che siano comunque idonee ad assicurare l’obiettivo perseguito, quello di rendere l’Adnkronos una testata sempre più autorevole e credibile, in grado di svolgere al meglio il proprio ruolo nel panorama dell’informazione”.
Viene ribadito che sono stati programmati “interventi di tipo organizzativo necessari, in questa delicata fase, per tutelare l’azienda e l’occupazione in una prospettiva almeno di medio termine”. E che comunque di fronte alle “pressanti” richieste provenienti dalle istituzioni, dalla Fieg, dalla Fnsi e dall’Asr, la società ha mostrato quella “piena disponibilità” a rivedere il piano iniziale, fermo restando comunque l’obiettivo di avere peso nel panorama dell’informazione nazionale.
A fronte di ciò, quindi “le affermazioni contenute nel comunicato diffuso dal Cdr non rispondono al vero – aggiunge la nota – e sembrano trovare le proprie ragioni d’essere in motivazioni che appaiono talvolta più legate alla pura salvaguardia di posizioni personali che non tengono conto delle ragioni dell’azienda e del più generale interesse di tutti quelli che vi operano”. Ma sempre a proposito di Cdr, al tempo stesso la società non manca di rilevare e “valutare con favore” il fatto che, a fronte della sua disponibilità “a risolvere la vertenza in atto anche rivedendo la propria posizione iniziale”, da parte delle rappresentanze sindacali interne “sia stata manifestata una chiara volontà di chiudere la trattativa, nella prospettiva della ricostituzione di rapporti di corretta dialettica sindacale e di costruttivo spirito collaborativo”.

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