La corte federale di New York ha posticipato al 4 settembre il termine entro il quale editori ed autori anche italiani dovranno scegliere se aderire alla class action in corso in America tra autori ed editori americani e Google per il Book Search, il servizio di digitalizzazione di opere letterarie (oltre 7 milioni di volumi) realizzato da Google in collaborazione con una serie di biblioteche americane. Tra i libri già digitalizzati da Google, perché disponibili nelle biblioteche americane, ce ne sono centinaia di migliaia italiani, lo rende noto il presidente Aie, Federico Motta.
La data del 5 maggio rimane invece fissa come limite temporale per i programmi di digitalizzazione di Google non autorizzati dagli aventi diritto. L’accordo – siglato a conclusione della vertenza giudiziaria nata nel 2004 – è stato presentato alla Corte del Distretto di New York (prima udienza in programma il 7 ottobre) e consente la digitalizzazione delle opere e il loro uso per determinati servizi sviluppati da Google: fra questi, la concessione di accessi all’intero data base delle opere da parte di biblioteche e centri di ricerca, messa a disposizione delle singole opere agli utenti, realizzazione di course-pack da parte di scuole e università e pubblicazioni on-line di frammenti delle opere. “I servizi sono limitati ad utilizzi nell’ambito del territorio statunitense, ma interessano anche gli editori stranieri, compresi quelli italiani, le cui opere siano state comunque digitalizzate da Google”, sottolinea Piero Attanasio dell’Aie, coordinatore del gruppo di lavoro tecnico nei rapporti tra Google, il Book Right Registry e gli editori europei, che si è riunito per la prima volta ieri a Milano.
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