Quali saranno gli effetti dell’acquisizione di Rcs da parte di Mondadori, nell’ipotesi in cui l’Antitrust darà il via libera all’operazione? Il solito bla, bla, bla, ma nessuno si è posto la domanda, forse, essenziale? Si leggerà di più? E si perché tra Mondazzoli ed attacchi qualunquisti il punto vero, quello di snodo, non può riguardare solo l’offerta di libri, oggettivamente enorme, ma la domanda, oggettivamente risibile. Le statistiche parlano di un libro all’anno letto da circa il 41 per cento degli intervistati.
Ma in Italia vengono pubblicati ogni anno oltre 60.000 nuovi titoli, un dato che sarebbe confortante, anzi esaltante, se i lettori non fossero quelli che sono, pochi leggono moltissimo, molti leggono pochissimo, troppi nulla. Eppure alcuni fenomeni sono sotto gli occhi di tutti, le chiusure delle librerie indipendenti, ad esempio, che effetti hanno prodotto sulle piccole case editrici di qualità? Nessuna risposta, tranquilli, il tema rimane quello di Mondazzoli, il mostro di Segrate, una sorta di Loch Ness per la cultura italiana.
Ed infatti, e non a caso, il nuovo soggetto che nascerà a seguito della fusione, la Nave di Teseo, parte con grandi nomi dell’editoria italiana, Eco e la Sgarbi che guideranno una nave di alto lignaggio. Ma il problema dell’editoria non è per gli autori il cui nome è una garanzia per le vendite, ma per i nuovi autori, spesso pubblicati con grandi difficoltà da piccoli editori, che trovano un ostacolo nel muro della grande distribuzione, sempre più concentrata, sempre più capace di indirizzare le scelte del lettore.
L’acquisizione di Rcs da parte di Mondadori rappresenta un fatto industriale; ma sarebbe opportuno iniziare a porsi, e davvero, il problema culturale di un sistema in cui poco si legge e molto si parla.
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