5000 PERSONE ASSEDIANO IL PARLAMENTO: LA BULGARIA COSTRETTA A RINUNCIARE AL TRATTATO ACTA

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Anche la Bulgaria rinuncia al trattato ACTA. In una nota il ministro bulgaro dell’Economia Traycho Traykov afferma che «la Bulgaria non intende presentarsi alla ratifica del trattato in EuroParlamento, almeno fino a quando gli Stati non avranno raggiunto un accordo comune sulla vicenda». Merito delle proteste divampate in tutta Europa e sul web, che avevano già convinto la Germania a desistere nella giornata di venerdì. Nello specifico, in Bulgaria 5000 persone hanno assediato il Parlamento, accusando le autorità di aver tenuto all’oscuro l’opinione pubblica.
Intanto la Commissione Europea continua a difendere il suo operato per bocca del portavoce Karel De Gucht. Il Commissario Europeo per il Commercio ha ricusato le accuse di mancanza di trasparenza nella fase di negoziazione dell’accordo. L’Unione Europea continua ad ignorare il malcontento generale, sostenendo che l’approvazione del trattato è fondamentale per la protezione della proprietà intellettuale, che a sua volta è basilare per il futuro dell’economia e del mercato del lavoro negli Stati membri. De Gucht prova a far sembrare l’ACTA un provvedimento inneggiante alle libertà individuali, confrontandolo alla criticatissima Hadopi. In vigore in Francia, la cosiddetta legge anti-pirateria prevede norme coercitive contro i singoli individui responsabili di downloading illegale. Per il politico belga ciò non avrà luogo con l’ACTA, che «colpirà il file sharing solo se quest’ultimo sarà praticato su vasta scala ai fini di attività commerciali illecite». Il rischio, come già precedentemente accennato (link del precedente articolo), è che le limitazioni stabilite da ACTA siano di ostacolo nella creazione di nuovi software. De Gucht dice anche che il trattato non si propone di controllare Internet, ma se è così perché gli ISP diventano degli intermediari tra i titolari di diritti e gli utenti?
Le parole del belga non convincono ad un esame dei fatti, e non dovrebbero pesare più di tanto sulle opinioni di Martin Schulz. Il presidente del Parlamento Europeo ritiene che nella sua forma attuale il trattato non possa essere sottoposto a ratifica.

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