Intelligenza artificiale in redazione? Sarà, ma i contenuti scritti e pubblicati dall’Ia dovranno essere contrassegnati. La vicepresidente della commissione Ue, Vera Jourova, ha affermato davanti ai giornalisti a Bruxelles che la commissione “si attende che i firmatari del codice di condotta sulla disinformazione «utilizzino i rapporti di luglio per informare il pubblico in merito alle salvaguardie che stanno mettendo in campo per evitare l’uso improprio dell’Intelligenza artificiale generativa al fine di diffondere disinformazione”.
Ma non è tutto, perché Jourova ha rivelato di aver già incontrato i vertici di Google per avviare il progetto: “Ho avuto il piacere di parlarne con il Ceo di Google, Sundar Pichai, chiedendogli se abbiano sviluppato tecnologie abbastanza veloci per rilevare prodotti dell’Ia ed etichettarli, in modo che le persone possano vedere che non stanno leggendo testi prodotti da persone reali. La sua risposta è stata sì, ma stiamo sviluppando e migliorando ulteriormente le tecnologie”.
Sarebbe un bel guaio per gli editori come Axel Springer, il colosso tedesco dell’informazione e dei media, che già a marzo si era prenotato un posto in prima linea per implementare le tecnologie Ia in redazione e, magari, tagliare qualche posizione interna.
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