Cambio di guardia a partire dal 24 agosto: Mario Giordano lascia la direzione de ‘Il Giornale’ (e torna a Mediaset, dove assumerà l’incarico di “direttore nuove iniziative News Mediaset”) che passerà a Vittorio Feltri, l’attuale direttore di Libero. Con lui, alla guida del quotidiano, arriverà Alessandro Sallusti con la qualifica di condirettore.
Anche se Mario Giordano ha ricevuto i complimenti dall’editore per “aver realizzato un’importante riforma grafica ed editoriale, riuscendo in una fase economica molto difficile a consolidare e addirittura allargare la diffusione del quotidiano”, qualcuno parla di 30 mila copie perse nell’ultimo anno. Copie che Vittorio Feltri dovrebbe recuperare. Il direttore di ‘Libero’, infatti, sposta 20-30 copie di fedelissimi soltanto come si muove.
La storia, dunque, sembra ripetersi, come quando, nel 1992, Feltri sostituì Ricardo Franco Levi alla direzione de ‘L’Indipendente’, in grave crisi di vendite e riuscì a rilanciare il giornale che divenne un quotidiano di successo, cavalcando lo sdegno popolare a seguito dell’inchiesta Mani pulite. E come quando, nel 1994, Feltri venne contattato da Paolo Berlusconi per dirigere ‘Il Giornale’, il quotidiano, che Indro Montanelli aveva deciso di lasciare. Feltri, inizialmente, dichiarò: “A Montanelli invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l’Indipendente continua a guadagnar copie, non c’è motivo perché io lo debba lasciare”. Ma poi accettò e rimase a ‘Il Giornale’ per 4 anni, durante i quali il quotidiano passò da 130.000 a 250.000 copie.
Ieri, Feltri, commentando la notizia del suo passaggio a ‘Il Giornale’, aveva affermato che si trattava di “un pettegolezzo”. Oggi la notizia è ufficiale. Ma cosa ne sarà di ‘Libero’, il giornale fondato, nel giugno 2000, a sua immagine e somiglianza? E’ lo stesso Feltri a rispondere: “Tutti i giornali sopravvivono ai loro fondatori. Basta vedere quel che successe con Montanelli. Dunque…”
Fabiana Cammarano
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