Sky non ci sta. Il raddoppio dell’Iva dal 10 al 20%, deciso dal Governo a carico della tv a pagamento, non vuole proprio mandarlo giù. L’amministratore delegato Tom Mockridge ha inviato ieri una lettera a tutti i parlamentari per ricordare le ragioni della pay tv satellitare in vista della conversione in legge del decreto 185 del 20 novembre scorso.
Mockridge ricorda, innanzitutto, come la misura colpisca 4,7 milioni di famiglie abbonate alla tv a pagamento per un totale di circa 14 milioni di individui. La lettera rivendica la «libera scelta» degli abbonati per un’«informazione libera e indipendente». Sarebbe ora che SkyTg24 fosse inclusa nelle rilevazioni sul pluralismo politico dell’Agcom. E sarebbe ora che i componenti dell’Autorità ne tenessero conto.
Il primo argomento di Sky: una tassa sui consumi è contraddittoria all’interno di un provvedimento che, vorrebbe sostenere la domanda dei cittadini «in un momento di crisi economica». L’aggravio per gli abbonati non è eccessivo ma c’è: 4 euro per un abbonamento mensile di 40. La società controllata da Murdoch attacca poi direttamente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e la sua promessa pre-elettorale di non aumentare le tasse.
La parte centrale della lettera inviata da Sky ai parlamentari contesta la giustificazione principale avanzata dal Governo per raddoppiare l’Iva alla tv a pagamento: quella dell’atto dovuto in risposta a una precisa richiesta dell’Unione europea. Mockridge ha buon gioco a sottolineare come la Commissione Ue abbia chiesto si all’Italia di uniformare le tasse sulle tv a pagamento (il digitale terrestre non era incluso nelle norme che prevedevano l\’Iva ridotta, perché allora non esisteva) ma esprimendo una preferenza per un allineamento al 10 e non al 20%. Viene citata, a questo fine, la lettera della Direzione generale fiscalità di Bruxelles al Governo dell’11 aprile 2008.
Sky ricorda la velocità con la quale ha agito il Governo a fronte di una procedura non ancora avviata; e a fronte delle oltre 120 procedure d’infrazione in atto a carico dell’Italia. Si ricorda quella sulla legge Gasparri. Nel finale si propone a deputati e senatori di cercare una soluzione che bilanci l’esigenza di nuove entrate per lo Stato con la necessità si sostenere famiglie e imprese. La lettera non fa alcun cenno all’altro provvedimento che colpisce Sky, la cosiddetta porno-tax. La “battaglia”, per Murdoch, è quella dell’Iva e Sky vuole combatterla fino in fondo. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
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