“La crisi di tantissimi giornali locali editi da cooperative non dipende da un Regolamento, ma dall’entità dei contributi. E da un mercato che è grigio un po’ per tutti”. È quanto dichiara Siddi, il segretario nazionale della Federazione della stampa, a Il Sole 24 Ore di oggi. “Il nuovo Regolamento – continua Siddi – dovrebbe consentire di eliminare i contributi a pioggia ai giornali “fasulli”, liberando risorse per lo sviluppo delle attività editoriali con una diffusione reale e un’occupazione regolare e a tempo indeterminato. Ci vuole però una nuova legge, che cambi quello che un Regolamento non può cambiare, soprattutto per i giornali di partito”.
I 100 milioni stanziati nella Finanziaria permetteranno a molte testate di sopravvivere sino a tutto il 2011. “Senza questa cifra, sarebbero morte una quarantina di testate” precisa Siddi. Sino a tre anni fa i contributi all’editoria ammontavano a 400 milioni, poi sono scesi a 110; ora risalgono a 210. A livello di occupazione nell’industria editoriale, intanto, su quasi 11mila giornalisti dipendenti circa 7-800 perderanno il lavoro entro i primi mesi del 2011 (a oggi circa 570) tra prepensionamenti ed esodi agevolati in Rai, secondo la Fnsi. “Ci vorrebbe uno stato di crisi per l’intera editoria, come per altri settori industriali”.
La crisi dei giornali è innegabile. Le copie sono crollate, l’abitudine di leggere il giornale…
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