Sangiuliano in lizza alle Regionali, è scontro Fdi-Usigrai

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Gennaro Sangiuliano si candiderà alle Regionali. Forse che sì, forse che no. L’ex ministro alla Cultura sfoglia la margherita, incerto se accettare l’offerta di un posto da capolista a Napoli per Fratelli d’Italia o se continuare il suo lavoro da inviato per la Rai, a cui è tornato dopo le dimissioni dal dicastero. Ma l’indecisione di Sangiuliano fa inalberare l’Usigrai. Che incalza l’ex ministro chiedendogli di prendersi un’aspettativa o smentire subito tutte le voci che lo danno già in campagna elettorale. Una dura nota dei giornalisti di viale Mazzini accusa l’ex responsabile del Mic: “Da direttore del Tg2 – con un’edizione firmata alle 13 – a ministro il pomeriggio stesso. Da ministro, costretto alle dimissioni, a corrispondente capo della sede di Parigi, ma anche con un febbrile impegno di editorialista per i quotidiani dell’editore e parlamentare della maggioranza Angelucci. E ora, dopo pochi mesi, da corrispondente a capolista per FDI in Campania? Partecipare attivamente alla vita politica del Paese è un diritto che nessuno vuole comprimere: esistono numerosi precedenti in Rai. Ma qui siamo oltre: la Rai non è un tram da cui si scende e si sale a piacimento”. Pertanto, secondo Usigrai, Gennaro Sangiuliano alla vigilia delle Regionali è a un bivio: “Ora, o il diretto interessato smentisce pubblicamente (ma vedendo un post social di pochi giorni fa in cui ricordava cosa avesse fatto per la Campania pare difficile) o almeno abbia il buon gusto di prendere un periodo di aspettativa in attesa che il suo partito decida. E se dovesse entrare in politica per la seconda volta ci aspettiamo che si dimetta dalla Rai”.

La dura reprimenda del sindacato dei giornalisti Rai non ha dovuto aspettare molto per incontrare una replica. Che è giunta proprio da Fratelli d’Italia. “Le dichiarazioni degli esponenti del Pd, e finanche quelli dell’Usigrai, su un’ipotetica candidatura dell’ex direttore del Tg2 e oggi corrispondente Rai a Parigi, Gennaro Sangiuliano, confermano il doppiopesismo della sinistra e la solita doppia morale”, tuonano Francesco Filini e Augusta Montaruli, rispettivamente capogruppo e vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai: “Chissà perché le loro voci critiche non le abbiamo ascoltate quando a candidarsi erano altrettanti importanti giornalisti del Servizio pubblico: Badaloni, Sassoli, Giulietti, Annunziata, Marrazzo… E l’elenco potrebbe allungarsi, a conferma che per la sinistra l’anomalia è soltanto quando si candidano i giornalisti non allineati. Se ne facciano una ragione. È la democrazia, bellezza”.

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