Ha subito acceso un dibattito la lettera del ministro Sandro Bondi a la Repubblica che ieri ha proposto di «svincolare una rete Rai dal sistema di rilevazione dell’Auditel e dalla pubblicità». Per l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni l’idea di «ridurre la pubblicità sulle reti Rai, e non solo su RaiTre, è un obiettivo più che condivisibile», ma a un patto: «l’introduzione di una soglia antitrust alla raccolta pubblicitaria per evitare che le risorse in uscita dalla tv pubblica confluiscano nelle reti di proprietà del Presidente del Consiglio».
Anche Giovanni Minoli – dice il direttore di Rai Educational – è intervenuto nel dibattito: «Quella di Bondi è una provocazione. Il ministro interpreta un bisogno diffuso. Pone un ripensamento del servizio pubblico. Se spetta o no al Cda di decidere la rete senza pubblicità, è irrilevante. In un momento di crisi mondiale, quando tutti i servizi pubblici radiotelevisivi vengono ripensati (in Francia, Spagna, Germania) credo che lo debba fare anche la Rai: per lo spettatore-cittadino. La proposta Bondi pone un miliardo di problemi, perché la Rai è l’unico servizio pubblico europeo ad avere il 45% di share. Forse ci vorrebbe qualche punto in share in meno e qualche punto di qualità in più».
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