La delibera con cui la commissione parlamentare di Vigilanza ha regolamentato gli spazi informativi del servizio pubblico radiotelevisivo in vista del voto referendario dei prossimi 21 e 22 giugno resta valida: la Corte Costituzionale ha rigettato infatti il ricorso il ricorso del Comitato promotore dei referendum elettorali contro il regolamento dell’organismo di San Macuto. Il comitato, presieduto da Giovanni Guzzetta e da Mario Segni, chiedeva il parziale annullamento della delibera, lamentando di non avere, nelle trasmissioni di approfondimento, un trattamento paritario, in termini di indici medi di ascolto, con i gruppi politici favorevoli al referendum. Nella sentenza della Corte, invece, si evidenzia che le “censure indirizzate dal Comitato promotore all’articolo 7 della delibera della Commissione di vigilanza si fondano su un erroneo presupposto interpretativo”, secondo il quale il Comitato non sarebbe da ricomprendersi tra i “soggetti politici” indicati nella delibera. La Corte, invece, assicura che non è così: “La Commissione di Vigilanza si è uniformata al linguaggio del legislatore, includendo i Comitati promotori dei referendum tra i ‘soggetti politici’ cui spetta parità di trattamento”.
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