Perché Odg e Fnsi hanno presentato una denuncia sul caso Paragon

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Troppi lati oscuri da chiarire per questo i giornalisti italiani hanno deciso di presentare una denuncia, per ora contro ignoti, sul caso Paragon. La conferenza stampa di Fnsi e Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti è servita a lanciare una pietra nello stagno, conclusosi il clamore della scoperta adesso la guardia, per gli operatori dell’informazione, non si può abbassare. Perché, in ballo, ci sono valori decisivi per la democrazia, di valenza costituzionale, che toccano ognuno e ciascuno. A riepilogare le ragioni dell’iniziativa giudiziaria di Fnsi e Odg è stato il presidente del Cnog, Carlo Bartoli, che ha commentato la vicenda con parole durissime: “Una vicenda che ha tantissimi lati oscuri, che non si riesce a chiarire. Quindi noi abbiamo ritenuto di fare un’iniziativa, la prima nella storia dell’Ordine e della Fnsi, di fare formale denuncia alla procura della Repubblica, perché è intollerabile non sapere chi e perché ha spiato dei giornalisti”. Già, è la prima volta che accade nella storia della Repubblica. Per Bartoli: “Questa situazione confligge con le elementari basi di uno stato di diritto, di una democrazia, quindi dopo avere atteso già diversi giorni e settimane di fare chiarezza, adesso abbiamo preso questa iniziativa, che sia la magistratura a fare chiarezza. Non ci può essere il segreto di Stato su chi spia in maniera illegale e illegittima i giornalisti”.

Determinata ad andare fino in fondo Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi, che ha tuonato: “Noi pensiamo che il caso di Cancellato non sia isolato. Pensiamo che ci possano essere altri giornalisti spiati e abbiamo la necessità di sapere se ci sono, quanti sono, perché sono stati spiati e soprattutto da chi sono stati spiati. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di presentare questa denuncia”. Aggiunge Costante: “È una denuncia contro ignoti, spetterà poi alla Procura della Repubblica individuare il reato. Noi abbiamo semplicemente dato un ventaglio di possibilità e ci aspettiamo che la Procura di Roma faccia chiarezza laddove il governo in questo momento non vuole farla, perché non risponde in Parlamento alle domande dell’opposizione e non fa chiarezza rispetto ad un caso gravissimo in cui i cittadini italiani vengono spiati”. “Voglio sperare – conclude la segretaria Fnsi  – che siano schegge impazzite dello Stato e non parti dello Stato controllate da una catena di comando. Noi ci auguriamo che la magistratura riesca a fare quella chiarezza che la politica non vuole fare”.

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