Tra tentativi di rinvii, limature e voglia di parlare non solo di Silvio Berlusconi, continua al Parlamento europeo la battaglia tra i gruppi politici sulla libertà di informazione in Italia. Il tutto in vista del voto sulla risoluzione ‘ad hoc’ previsto, ma non ancora assicurato, per il 21 ottobre a Strasburgo.Il Ppe, il partito popolare europeo, vuole che il discorso venga ampliato a tutta la Ue, altrimenti il gruppo chiederà di posporre la risoluzione, come già fatto per il dibattito, senza successo, lo scorso 7 ottobre.
“La questione italiana è nazionale, non è il nostro lavoro parlarne”, ha spiegato, in un incontro con la stampa, il tedesco Manfred Weber, capofila dei popolari in Commissione libertà pubbliche del Parlamento. “Noi – ha aggiunto Weber – siamo disposti a discutere di libertà di stampa in generale, ma senza chiedere alla Commissione Ue iniziative legislative”. Weber ha chiarito che il suo gruppo non vuole che Bruxelles legiferi su pluralismo, concentrazione dei media, conflitto di interessi e raccolta di pubblicità. Tutte materie nazionali, ha ribadito, anche se di mezzo ci sono le regole comunitarie sulla concorrenza.
Di tutt’altro avviso l’S&D, il gruppo dei socialisti e democratici. La proposta di risoluzione, firmata anche dal capodelegazione del Pd David Sassoli, fa riferimento nel testo alla “libertà di informazione ed al pluralismo dei media” tanto in Italia, quanto nella Ue. Poi, il gruppo chiede al Parlamento di “deplorare le pressioni dirette” contro i giornali italiani ed europei da parte del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e di puntare il dito contro “l’anomalia costituita dallo speciale conflitto di interessi” del premier.
Alla Commissione si chiede una “direttiva sul pluralismo” e una “comunicazione sugli indicatori del pluralismo”. In questa battaglia non si tira indietro la Lega nord, con un testo proprio in cui si afferma che “in Italia la libertà di stampa è garantita dalla costituzione” e che, in base ai “dati dell’Osservatorio di Pavia”, l’opposizione è ben rappresentata, tanto alla Rai che a Mediaset.
Federica Liucci
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