I collaboratori del Messaggero si sono costituiti in assemblea per protestare contro la decisione dell’azienda di tagliare, ancora una volta, i compensi. I giornalisti sono decisi a far valere le loro ragioni e hanno chiesto e ottenuto il supporto della Federazione nazionale della Stampa Italiana.
Le richieste dei cronisti sono semplici e fanno risuonare un refrain ormai fin troppo noto a chi vive e conosce le questioni che attanagliano, ormai da anni, il settore dell’editoria e dell’informazione in particolare. I collaboratori non ci stanno a dover pagare loro la crisi e a vedersi, costantemente, erodere i compensi. I giornalisti hanno infatti denunciato: “Questa decurtazione è l’ultima di una serie iniziata più di dieci anni fa, che ora arriva in un contesto in cui i collaboratori sono pagati con importi sotto la soglia minima di dignità professionale, e soprattutto, al di fuori dei minimi tariffari previsti dall’Accordo tra Fieg e Fnsi sul Lavoro Autonomo sottoscritto nel 2014 ed allegato al Cnlg Fieg-Fnsi”.
La scelta fa male ai collaboratori anche per le modalità assunte dall’editore: una mail che poneva, oltre alle nuove condizioni, il termine del 14 luglio prossimo per accettare le modifiche unilaterali al rapporto di lavoro. Per di più giunto dopo la decisione di avviare alcuni prepensionamenti che avrebbero comunque liberato risorse economiche utili a non comprimere quelle da destinare ai collaboratori stessi. Una situazione che ha fatto infuriare i cronisti: “il comportamento aziendale per aver inviato la suddetta modifica unilaterale all’indomani di una sottoscrizione di un accordo per l’accesso all’ammortizzatore sociale riguardante i giornalisti dipendenti che ha portato notevoli risparmi”.
Per questo l’esperimento inusuale dell’assemblea dei non dipendenti ha terminato concordando sulla necessità di chiedere “Fin da ora all’editore di revocare la comunicazione con effetti immediati e ai colleghi del Cdr e delle Associazioni regionali di Stampa competenti per territorio di affiancare i colleghi, insieme con la Fnsi, nel confronto aziendale. Il giornalismo di qualità è un contributo fondamentale per arricchire il dibattito del Paese. Il lavoro di giornalisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull’intera società”.