Manovra, pure la Fieg alza la voce: occorrono più soldi perché il sistema del pluralismo regga. Andrea Riffeser Monti ha chiesto al Parlamento di fare uno sforzo, trovare risorse utili a evitare che si arrivi a quello che il presidente degli editori dei giornali ha già definito un potenziale “blackout” dell’informazione italiana. Non basteranno, secondo la Fieg, nemmeno i 60 milioni in più previsti negli emendamenti alla manovra. La questione è serissima e il tempo scorre. Non c’è più un attimo da perdere.
La questione, per Riffeser Monti, è semplice. Ci vogliono più fondi. E non si deroga da questa condizione. “Nelle prossime ore il Parlamento sarà chiamato ad esprimersi sulle risorse da destinare ai giornali: è questo il momento per evitare un futuro che metta a rischio l’informazione, con rischio di black out della conoscenza della attività politica e di Governo”, ha dichiarato. E poi ha continuando parlando direttamente alle forze politiche presenti nell’emiciclo: “Rivolgo pertanto un ennesimo invito al Governo e a tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, perché si garantiscano ai giornali e all’informazione di qualità adeguate risorse perché con meno informazione ci sarà meno libertà e meno democrazia”.
I conti della Fieg alla manovra: “Abbiamo già detto che i sessanta milioni aggiuntivi per i giornali previsti in alcuni emendamenti sono ampiamente insufficienti”. Insomma, la vicenda è serissima: “Ribadiamo con forza che per contrastare una crisi senza precedenti dell’informazione e per evitare di mettere in pericolo l’occupazione dei 90mila addetti del settore è necessario aggiungere altre risorse per i giornali”.
Anche la Fieg, che per anni aveva deplorato il contributo come una distorsione del mercato, è scesa in campo perché il governo e le istituzioni difendano il panorama informativo in Italia. Una questione che è sempre più delicata e su cui non c’è da temporeggiare. Altrimenti sarà l’algoritmo a decidere cosa leggeremo.







