L’infelice battuta di Meloni e il (solito) fastidio della politica

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Giorgia Meloni se la poteva risparmiare. Ci sono alcune battute che, probabilmente, un presidente del consiglio in carica si potrebbe risparmiare. Ci sono battute che, se pronunciate in contesti ad altissimo livello, come quello di Washington mentre si teneva il tavolo delle trattative tra i leader Ue, il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky, fanno male. E fanno rumore. Le parole pronunciate da Giorgia Meloni, e catturate in un fuori onda che ha fatto immediatamente il giro del mondo, non sono state di certo il massimo.

“Io con la stampa in Italia non ci voglio mai parlare”, ha detto la premier seduta al tavolo di fianco a Donald Trump. Non è certo una bella frase da pronunciare. Non lo è, a maggior ragione, in un Paese in cui fino a qualche anno fa c’erano governi (di cui facevano parte attuali alleati di Meloni) che ponevano al dicastero per l’Editoria e l’Informazione un personaggio politico che si vantava di “informarsi su Facebook”. La frase di Meloni scava un solco. Uno, immediato: tra la premier e i giornalisti. Un altro, meno immediato ma non meno pericoloso: tra il governo e l’opinione pubblica. Parlare coi giornalisti dovrebbe essere qualcosa di normale in ogni democrazia, vieppiù in Italia dove il pluralismo – a dispetto di quanto ha asseverato una retorica odiosa che è riuscita a sedimentarsi in una troppo larga parte di opinione pubblica – è un principio di valenza e valore costituzionale. Le lezioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a proposito si sprecano. E qualcuno, anzi in tanti, farebbero meglio a ripassarle. Magari a memoria.

Certo, il governo di centrodestra non ha niente a che vedere – almeno finora – con quello (poco) glorioso almeno sul profilo dei rapporti con l’editoria e l’informazione che fu il primo governo Conte. Un esecutivo che avrebbe lasciato morire decine e decine di testate, distrutto un patrimonio di cultura, di democrazia e di confronto sui territori e non solo, avrebbe affollato i centri di collocamento e regalato agli Over the Top (che già di loro non ne avrebbero avuto nemmeno bisogno) il dominio totale e incontrastato sui media. Insomma. Una certa considerazione della stampa, anche quella più ostica e ostile, deve essere rottamata. Una volta e per tutte.

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