Continua il tira e molla in Commissione Bilancio sul fondo editoria, che raccoglie meno della metà di quanto era previsto: una sessantina di milioni in tutto nell’emendamento presentato dal governo, contro i 125 previsti da quelli presentati da Forza Italia e FdI. Una dote che non soddisfa per niente gli editori. “I 60 milioni aggiuntivi previsti per l’editoria non sono assolutamente sufficienti per contrastare la crisi che investe i giornali– commenta Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg –. Apprezziamo l’attenzione, ma le risorse previste sono largamente inadeguate. Il governo appare lontano dal comprendere la profondità della crisi dell’informazione, in particolare quella locale, che mette in pericolo l’occupazione di oltre 90mila addetti tra giornalisti, stampatori, edicolanti e dipendenti delle imprese di distribuzione e di raccolta pubblicitaria”.
Il numero uno della Fieg non nasconde la sua amarezza: “Dichiarano di voler sostenere il ruolo e la funzione insostituibile dei giornali, la loro autonomia e indipendenza ma, in assenza di un contesto favorevole, a rischio è la stessa tenuta del sistema editoriale. Negli scorsi anni i governi che si sono succeduti alla guida del Paese hanno attuato interventi significativi a sostegno dei giornali e della filiera (edicole e imprese di distribuzione), destinando al settore importanti risorse per il contrasto alla crisi. La scelta dell’attuale governo di assegnare all’editoria nel 2026 risorse inadeguate colpisce direttamente il diritto dei cittadini a essere informati”.
Alle difficoltà strutturali si sommano nuovi dati negativi. «Nei primi mesi del 2024 il fatturato pubblicitario della stampa ha subito un calo del 13,7%», ricorda Riffeser. E la decisione di eliminare l’obbligo di pubblicare sui giornali i bandi degli appalti pubblici ha prodotto un crollo della pubblicità legale: «–53,6%». Una scelta che, secondo la Fieg, incide sia sui conti delle imprese sia sulla trasparenza delle informazioni sui contratti pubblici. Da qui l’appello al governo e alle forze politiche della maggioranza e dell’opposizione per ripristinare, conclude Riffeser, “le risorse necessarie affinché la filiera possa continuare a svolgere la propria attività al servizio dell’informazione e del Paese”.







