Sul tanto contestato ddl intercettazioni sembra che la maggioranza sia arrivata ad un punto d’accordo: le modifiche ci saranno e saranno rispettose dei rilievi giunti dal Quirinale. Resta invece tutto da definire lo spettro degli emendamenti da inserire al provvedimento. E qui la partita si complica, sia per ragioni di merito sia per gli equilibri, precari, all’interno del Pdl, tra berlusconiani e finiani. Molto dipenderà dalle decisioni del vertice di domani a palazzo Grazioli tra Berlusconi e lo stato maggiore del partito. Decisioni che dovranno poi passare al vaglio dei finiani al prossimo Ufficio di presidenza atteso per domani in serata, non ancora, però, convocato ufficialmente.
Ma il tempo stringe. Il termine per la presentazione degli emendamenti è lunedì mattina. In Commissione giustizia, intanto, il capogruppo del Pd, Donatella Ferranti, ribadisce la possibilità di un voto convergente con i membri che fanno capo a Fini, se questi ”finalmente si paleseranno, presentando emendamenti condivisibili e migliorativi, come sarebbe auspicabile”.
Sui tempi di approvazione del ddl, infine, resta un granitico punto interrogativo. Se tutto filasse liscio, non è esclusa ”un’accelerazione”, ma come sottolinea la finiana Maria Grazia Siliquini, ”sarebbe comunque opportuna una maggiore riflessione, almeno fino a settembre.
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