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IN ARRIVO UNA LEGGE SUI TETTI PUBBLICITARI CHE AVVANTAGGIA SOLO MEDIASET

Il viceministro per le comunicazioni, Paolo Romani, qualche giorno fa, ha rivelato l’intenzione del governo di tagliare per legge gli spot «a tutte le reti che hanno ricavi anche da canoni o abbonamenti». Conflitto di interessi? Naturalmente no, è solo un caso se l’unica rete con il canone è la Rai e l’unica con gli abbonamenti è Sky: vale a dire i due principali concorrenti di Mediaset.
Il preteso per la nuova legge sui tetti pubblicitari è la direttiva europea del 2007 a cui l’Italia si adeguerà entro la fine dell’anno. La Ue naturalmente non entra nel merito dei canali ma chiede soltanto una maggiore “flessibilità” dei tetti pubblicitari e stimola una sostanziale deregulation del settore. Insomma, nulla che imponga di differenziare i tetti degli spot tra Mediaset e le altre tv private nazionali, attualmente uguali per legge: il 15% dell’orario giornaliero e il 18% di ogni ora. La Rai invece ha un affollamento massimo del 4% sull’orario settimanale e del 12% di ogni ora.
Mediaset ha chiuso il primo semestre del2009 con una raccolta in discesa del 12-13% rispetto all’anno precedente, il risultato peggiore di sempre nella storia. I ricavi complessivi nel 2008 si sono attestati su 2.532 milioni di euro, sorpassati per la prima volta da quelli di Sky, superiori di circa 100 milioni. È in questo contesto che è partita la strategia a tenaglia del governo. E se – come ha proposto Sandro Bondi – uno dei tre canali pubblici dovesse rinunciare del tutto agli spot? Il ministro berlusconiano sostiene che questo scenario è ispirato al modello scelto dal governo francese, peccato che in Francia il primo competitor della tv pubblica non sia di proprietà di Sarkozy. (L’ESPRESSO)

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