Gli stati generali della carta stampata, fortissimamente voluti dal presidente francese Nicolas Sarkozy, possono essere importati anche oltralpe per affrontare la crisi dell’editoria italiana. Ne sono convinti il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, e il segretario della Fnsi Franco Siddi, intervenuti ieri mattina al dibattito organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera, e coordinato dal direttore Ferruccio de Bortoli al quale ha partecipato Bernard Spitz, coordinatore proprio degli stati generali francesi e autore del Livre vert (Libro verde) sulla stampa.
“Dagli stati generali francesi- ha spiegato Siddi – è arrivata l’indicazione di un metodo. Non possiamo, davanti alla crisi, dare risposte di piccolo momento”; Un chiaro riferimento al momento difficile che stanno attraversando diversi organi d’informazione: “C’è una crisi -ha continuato il segretario della Fnsi – che si sta abbattendo sull’occupazione per cui ora siamo intervenuti per garantire una protezione sociale ai giornalisti che rischiano di perdere il lavoro, ma è chiaro che abbiamo bisogno di un quadro di riferimento più ampio”.Secondo Siddi, però, la crisi della carta stampata è direttamente legata al modo di fare i giornali: “Dobbiamo interrogarci su quali giornali dobbiamo fare se vogliamo continuare a interessare i lettori e il contratto di lavoro appena siglato è stato fatto anche per questo. È una sfida che mette in discussione alcuni elementi certi e noi dobbiamo cercare di determinarne nuovi”.
Secondo Malinconico gli stati generali dell’editoria servirebbero anche a fare chiarezza sul rapporto con il multimediale perché “non deve essere un mezzo per saccheggiare l’attività giornalistica”.
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