Il ddl Ai passa, sorride Barachini: “La legge tutela i cittadini”

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L’approvazione del ddl Ai fa sorridere Alberto Barachini. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria ha applaudito all’ok del Senato all’approvazione del decreto sull’intelligenza artificiale. E ha ribadito, punto per punto, le necessità legislative e i punti cardine delle leggi che saranno chiamate a regolare un fenomeno che appare, almeno finora, come potenzialmente “apocalittico” nelle conseguenze che potrebbe avere.

Barachini ha detto: “Il Ddl sull’Ai è legge. La straordinaria rivoluzione dell’intelligenza artificiale ha bisogno di argini per far correre il cambiamento in sicurezza e grazie al lavoro del governo adesso sono in vigore misure adeguate per proteggere i cittadini dai rischi connessi”. Ma non basta: “La legge italiana ora si affianca a l’Ai Act europeo, offrendo al nostro Paese elementi di salvaguardia innovativi a livello mondiale come il reato di deepfake che, a fronte degli ultimi gravi fatti di cronaca, si rivela più che mai necessario. Altro punto strategico dell’intervento normativo è il rafforzamento della tutela del copyright a protezione del mondo editoriale, giornalistico e creativo, una tutela prevista anche dalle norme europee”.

Il sottosegretario ha ritenuto di dover esprimere gratitudine alla commissione: “Ringrazio il Presidente della Commissione Ai per l’Informazione, Padre Paolo Benanti e tutti i commissari, per il proficuo contributo al testo normativo e per l’analisi, che continuano a portare avanti con l’evolversi della tecnologia”. Detto ciò, Barachini è tornato sulla vicenda Ai e ha spiegato le ragioni alla base delle regole iscritte nel Ddl: “Avere la massima attenzione sul processo in corso, consente di ridurre i pericoli e valorizzare le opportunità attraverso i possibili vantaggi dell’intelligenza artificiale in ogni ambito a favore di persone e imprese”.

“Per questo – ha sottolineato ancora Barachini – esprimo il mio massimo apprezzamento al Presidente del Consiglio per aver voluto segnare la via italiana all’intelligenza artificiale sin dall’ultimo G7 cui ha preso parte Papa Francesco. L’aver scelto un approccio umano-centrico per la prima legge italiana sull’Ai è già una prima risposta al Fraternity in the age of AI. Our global appeal for peaceful human coexistence and shared responsability, l’appello che ho ricevuto nei giorni scorsi, per farmene portavoce con il premier, firmato da alcuni fra i maggiori scienziati e rappresentanti del confronto sulle intelligenze artificiali, dal premio Nobel Geoffrey Hinton a Yoshua Bengio e rivolto a Papa Leone XIV, ai leader politici, alle Istituzioni e a tutti gli uomini di buona volontà”.

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