I giornalisti non tacciono su Gaza e, anzi, imbracciano (invece delle armi) carta e penna e scrivono una lettera al governo. La Fnsi ha pubblicato una lettera aperta, sottoscritta dalla segretaria generale Alessandra Costante, indirizzata alla presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni e, con lei, ai parlamentari e ai vicepremier Tajani e Salvini. La missiva chiede all’esecutivo di non continuare a tacere su ciò che sta accadendo a Gaza che, come scrivono i giornalisti, rappresenta “una delle più gravi catastrofi umanitarie”.
“La Federazione nazionale della Stampa italiana esprime profonda solidarietà a tutti i civili che oggi muoiono a Gaza perché il mondo non osa agire con decisione, e ai nostri colleghi giornalisti che, nonostante tutto, continuano a svolgere il loro dovere di raccontare la tragedia che lì si sta consumando”, è l’incipit della lettera. Che prosegue: “A Gaza stiamo assistendo ad un uso sistematico e deliberato della fame come arma. Persone che da giorni non hanno accesso a cibo, acqua, forniture mediche o riparo. Bambini che muoiono di sfinimento tra le braccia di genitori che non possono nutrirli. Negli ospedali, i neonati soffrono di grave malnutrizione, mentre i convogli di aiuti umanitari rimangono bloccati. Questa non è la conseguenza di una catastrofe naturale: è una decisione politica, una forma di punizione collettiva orchestrata dal governo israeliano”. Per la Fnsi “ciò che sta accadendo a Gaza è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità: la fame viene usata come arma e la negazione di beni di prima necessità – tra cui medicine e acqua pulita – sta avvenendo sotto gli occhi del mondo. E anche sotto i nostri occhi”. Insieme ai colleghi della Federazione Internazionale (Ifj), la Federazione Europea dei Giornalisti (Efj), il sindacato della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) avverte il governo “che i giornalisti a Gaza hanno raggiunto il punto di collasso fisico: stanno perdendo le forze e, con esse, la capacità di svolgere il loro lavoro. Secondo i dati della Ifj, almeno 187 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi dall’inizio della guerra a Gaza. Le loro morti lanciano un messaggio pericoloso: la verità non deve essere ascoltata. Chiudendo Gaza ai giornalisti stranieri, l’esercito israeliano sta sopprimendo la libertà di espressione e il diritto del pubblico a sapere”. Quindi la richiesta: “Stiamo assistendo al silenzio letterale delle voci della verità – i giornalisti – facendoli morire di fame, come tutta la popolazione di Gaza. Chiediamo al Governo italiano di definire chiaramente la propria posizione sul genocidio/crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Chiediamo all’Italia di ripensare la propria posizione sull’Accordo tra Ue e Israele, di sostenere l’urgente evacuazione dei civili in pericolo immediato, gli appelli internazionali affinché sia consentito l’accesso a Gaza ai giornalisti stranieri, la protezione dei giornalisti locali e l’avvio di un’indagine internazionale sull’uso della fame come crimine di guerra”.
La posizione è netta: “L’Italia deve schierarsi dalla parte della verità, dell’umanità e del diritto internazionale. Ci aspettiamo che il Governo italiano sostenga fermamente il diritto internazionale e la tutela dei diritti umani. Quando la verità viene soffocata nel silenzio, è nostro dovere parlare ancora più forte. È una vergogna morale e politica che il Governo italiano rimanga in silenzio in questo momento”.








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