Continua lo scontro in Rai e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari pensa alla querela contro Sigfrido Ranucci. Nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi al Corriere della Sera, il sottosegretario torna sulle accuse di aver attivato i servizi segreti per “pedinare il direttore di Report o, comunque, per tentare di scoprire l’identità delle sue fonti. Il sottosegretario s’è detto “costretto” ad adire le vie legali: “Se non andassi avanti con un’azione legale finirei con l’avvalorare le accuse di Ranucci – ha detto Fazzolari – . Se invece scegliessi di tutelarmi, verrei accusato di intimidire la stampa. Immagino già i titoli di certi giornali e il tenore del dibattito in alcune trasmissioni, le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto. Valuterò cosa fare, anche se da più parti mi viene detto che è quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con Report”. Ma non è tutto perché, chiaramente, la questione è prima politica e solo dopo giudiziaria: “Prima la Schlein, leader del principale partito di opposizione, dice che con il centrodestra al governo la democrazia è a rischio e i giornalisti subiscono attentati. Poi Scarpinato, esponente di spicco del M5s, va addirittura in Antimafia a chiedere al conduttore di Report se c’è un nesso tra quell’attentato e un esponente del governo, il sottoscritto. Direi che il limite della decenza è stato ampiamente superato”.
Fazzolari, infine, ha detto che Ranucci ha rifiutato un tentativo di mediazione: “Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito. Lui ha rifiutato e con l’aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto. Se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato che ti ha colpito e un’esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: no. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero”.







