In un proprio lancio d’agenzia, l’associazione di emittenti locali lancia una pesanti critiche all’avvio del digitale terrestre in Sardegna e a sostegno delle proprie tesi afferma: “Basta chiamare un numero di telefono qualsiasi in quelle zone della Sardegna in cui da ieri sono stati spenti i trasmettitori di Raiuno per ascoltare voci inferocite di cittadini”.
Secondo l’associazione: “La violenta decisione di passare al digitale terrestre giocata sulla collettività, cioè facendo credere che il progresso lo esige, cela molto male il vero motivo che hanno i monopolisti dell’etere e le compagnie telefoniche di appropriarsi delle frequenze attualmente impiegate in analogico lasciate libere. Non a caso quanti mostrano una gran fretta nel creare fatti compiuti lo chiamano il dividendo televisivo, cioè la possibilità di… “dividersi” fra di loro le frequenze espropriate alla Rai e alle emittenti locali”.
Per il Conna, intorno al DTT gravitano molti e rilevanti interessi economici, ma, “ammesso che rappresenti lo standard tecnico definitivo, non può essere imposto con la forza come alternativa assoluta”. “Tutte le volte che si è fatta largo una innovazione tecnica – negli Anni cinquanta la modulazione di frequenza, e poi la televisione a colori – essa è sempre avvenuta in aggiunta al sistema precedente affinché i cittadini con tutta calma e con i tempi necessari, senza stabilire date capestro, potessero dotarsi spontaneamente di nuovi mezzi di ricezione”. A sostegno della propria tesi l’associazione osserva che “a distanza di decenni ci sono ancora ascoltatori che fanno uso di ricevitori in onda media e di televisori bianco e nero”.
Fabiana Cammarano
La richiesta è arrivata con toni insolitamente diretti. Intervenendo al convegno «Lo strapotere delle big…
Con il decreto del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria del 20 novembre 2025…
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…