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DELL’UTRI LASCIA EPOLIS

Le forti divergenze con l’editore Alberto Rigotti nella lettera con la quale il fondatore di Publitalia ’80 si è dimesso dal cda della casa editrice e dalla presidenza della concessionaria.
«Sono a rassegnare le mie formali dimissioni dalla carica di membro del consiglio d’amministrazione di codesta spettabile società. Le ragioni che mi inducono a questa scelta debbono essere ravvisate nel fatto che ancora prima di aver potuto completare un’oculata verifica delle reali condizioni patrimoniali della società, sono comunque emerse circostanze tali da indurmi a ritenere che non sussistano le condizioni per attuare quel progetto di risanamento che era stato il solo motivo per cui avevo accettato di entrare a far parte di questo organo amministrativo». Inizia così la lettera datata 6 febbraio 2008, di cui MF-Milano Finanza è entrata in possesso, con la quale Marcello Dell’Utri, il fondatore di Publitalia ’80, ha deciso di lasciare dopo solo cinque mesi cda di EPolis spa e, contestualmente; la presidenza di Publiepolis: cariche che dovevano rappresentare il forte appoggio politico del Popolo della libertà al quotidiano free press EPolis passato da poco nelle mani del finanziere Alberto Rigotti, uomo vicino al governatore del Veneto Giancarlo Invero», prosegue la missiva inviata da Dell’Utri allo stesso Rigotti, ai consiglieri della casa editrice (Luigi Barone, Sara Cipollini, Francesco Ruscigno, Felice Santonastaso e Umberto Seregni) e a Mauro Marciano, presidente del collegio sindacale, «la situazione di grave dissesto in cui grava la società e la percepita indisponibilità degli azionisti a porre in essere idonei interventi di risanamento dell’attuale esposizione debitoria, rendono del tutto irrealistico che si possa dare anche solo avvio al previsto piano di rilancio editoriale e di riorganizzazione societaria, in assenza del quale ben difficilmente la società potrà continuare a fronte delle proprie obbligazioni verso terzi». Firmato, Marcello Dell’Utri. La spaccatura con Rigotti ha portato quest’ultimo a cercare altri investitori (si parla di Vito Bonsignore) per garantire l’ennesimo aumento di capitale da 16,7 milioni, 12,5 milioni dei quali già versati. (Milano Finanza)

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