È importante il dibattito sollevato dalla proposta di De Benedetti che concorda con Murdoch nella battaglia per le news online a pagamento. Tutti riconoscono la necessità di una riflessione sul rapporto tra contenuti e reti, «anche perché – afferma Giovanni Moglia, direttore affari legali e regolamentari Fastweb – la quantità di contenuti richiesta sarà la base del dimensionamento delle reti».
Per il presidente della Fieg, Carlo Malinconico si tratta «di uno spunto interessante. Ma si deve evitare che l’eventuale prelievo sia percepito come una gabella. Soprattutto -continua Malinconico – bisogna distinguere tra chi fa opera di divulgazione e chi ottiene profitti. Poi si dovrebbe riuscire a calcolare quale quota di traffico è generata dalle news».
Ferma la posizione di Wind:«Siamo aperti a una soluzione che sfrutti i micropagamenti offerti dalle nostre piattaforme, ma non possiamo immaginare un prelievo fisso su tutti. Il traffico generato dalle news non è preponderante rispetto ad altri contenuti». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Vodafone che sta facendo dei micropagamenti uno dei suoi cavalli di battaglia: «Gli utenti devono essere liberi di scegliere cosa cercare in rete».
Contro le news online a pagamento si è espresso il guru del web della Cnn, Kenneth Estenson, vicepresidente di Cnn.com ieri a Torino per il Prix Italia; «Se proprio si deve far pagare l’informazione – ha detto – lo si faccia con gli approfondimenti e le analisi».
Al presidente della Fimi, Enzo Mazza, la proposta di De Benedetti piace, «ma va formulata con attenzione, deve essere percepita come un servizio. La connessione potrebbe costare, faccio un esempio, 20 euro al mese e includere musica e news: 15 al provider e gli altri agli editori».
Vincenza Petta
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