E’ stato Elio Vito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, a dare la notizia ufficiale della decisione del governo di rinviare la ripresa dei lavori parlamentari a settembre per l’approvazione definitiva del disegno di legge sulle intercettazioni. L’occasione è stata fornita dal question time alla Camera, in particolare dalla necessità di dare una risposta a un’interrogazione al governo presentata da Antonio Di Pietro, leader dell’Idv.
Il ministro Vito ha ricordato che “Nel voto finale a scrutinio segreto alla Camera il ddl sulle intercettazioni ha registrato più consensi rispetto a quelli su cui la maggioranza può normalmente contare. Questo a conferma del fatto che non è vero che non ci sia stato dibattito e confronto”.
Di Pietro, nella replica, ha rinfocolato le polemiche: “Senza l’intervento del capo dello Stato voi avreste fatto l’ennesimo colpaccio ‘ad personam’ per salvare i soliti noti”.
La decisione del rinvio a settembre a indotto la Federazione nazionale della stampa a sospendere gli scioperi dei giornalisti proclamati per il 14 e il 15 luglio. “La sospensione dell’azione di protesta della Fnsi trova una radice profonda nell’iniziativa del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano – si legge in un comunicato del sindacato dei giornalisti – che ha esercitato la sua autorevole moral suasion ai fini di una riconsiderazione di alcune norme, già votate alla Camera, tra cui quelle sulla libertà di stampa e il diritto dei cittadini all’informazione, valori tutelati dalla Costituzione”.
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